Tremalzo e il megahotel da 390 posti letto

La realizzazione in quota a Tremalzo, al posto della malga e dei pascoli attuali, di un grande albergo da 390 posti letto, con wellness, residence, negozi, una chiesetta e addirittura una piazza per dare l'idea di un finto villaggio di montagna, non serve alla valle di Ledro e al suo turismo. Infatti il mega-hotel sarà del tutto staccato dalla valle e alle comunità di Ledro non porterà alcun beneficio, né economico né di altro genere

di Pierangelo Giovanetti

Gentile Direttore, apprendo dall'Adige di ieri le ultime novità sulla questione Tremalzo. Non si contano più ormai i vizi di questa «operazione», tanto inspiegabili, quanto illegittimi, ma, poiché non è compito mio giudicare ciò che è lecito e ciò che non lo è, mi limiterò a mettere sul tavolo qualche domanda. Qual è il piano strategico turistico del turismo invernale in Valle di Ledro? Quali sono gli studi e le ricerche che hanno portato all'approvazione di un progetto di «rilancio» del genere? Qual è l'indotto sul territorio che è stato calcolato, per affermare che il Progetto Leali è sostenuto da quasi tutti i Comuni della Valle di Ledro? Quanti posti di lavoro saranno disponibili per la comunità locale? Come sta funzionando il Lefay Resort di Gargnano? E quale indotto sta avendo Gargnano grazie al Lefay Resort? Le amministrazioni comunali, prima di approvare un progetto del genere, spero si siano poste e abbiano risposto a queste domande, perché questo è il loro lavoro. Il nocciolo della questione non è scegliere tra la flora endemica o il super hotel. Qui si sta parlando di compiti: il compito delle amministrazioni comunali è sostenere lo sviluppo dell'economia, del lavoro e del territorio, e porre le condizioni ideali perché ciò avvenga; il compito degli imprenditori è fare business. Se le amministrazioni leggono dalle loro ricerche e dagli studi che il super hotel serve, allora il super hotel si fa costruire, e se poi aprirà il centro benessere agli esterni o meno, sarà una scelta dell'imprenditore. Aver posto certe condizioni, se così le vogliamo chiamare, così come ha fatto l'Amministrazione Comunale di Bezzecca, mette in evidenza l'assoluta confusione che ruota intorno a questa storia e la totale incapacità di progettare, pianificare, coordinare e gestire scelte di sviluppo economico, fondamentali per la crescita di una comunità.
 
Anna Zoppirolli
 
La realizzazione in quota a Tremalzo, al posto della malga e dei pascoli attuali, di un grande albergo da 390 posti letto, con wellness, residence, negozi, una chiesetta e addirittura una piazza per dare l'idea di un finto villaggio di montagna, non serve alla valle di Ledro e al suo turismo. Infatti il mega-hotel sarà del tutto staccato dalla valle e alle comunità di Ledro non porterà alcun beneficio, né economico né di altro genere. Sarà una sorta di dependance integrativa per l'inverno del Lefay Resort di Gargnano, sempre di proprietà dell'imprenditore Alcide Leali. E quindi utile solo a chi lo costruisce. Alla valle di Ledro il superhotel porterà i costi della realizzazione e gestione degli impianti di sci, visto che spetterà al Comune di Ledro sostenerli. Garantirà il numero chiuso alle piste, con priorità per i clienti dell'hotel da 390 posti, rispetto alla popolazione locale. Assicurerà le spese per la realizzazione del nuovo acquedotto, dato che l'acqua di Tremalzo non è sufficiente a far funzionare saune, bagno turco e Jacuzzi per i clienti dell'albergo. Probabilmente gli utenti dell'hotel Tremalzo la valle di Ledro non la vedranno nemmeno, se non dal finestrino, assodato che questi hotel sono sistemi chiusi, che forniscono ogni servizio richiesto dal cliente durante la vacanza, senza bisogno di uscire dal recinto. Resta da capire perché si deciso di costruirlo e si è dato il via libera, sia da parte dei Comuni che da parte della Provincia. Mistero. Tremalzo ha certo bisogno di un rilancio turistico e di un improrogabile intervento, dopo anni di inattività. Ma forse aveva più senso se commisurato al turismo della valle di Ledro e alla popolazione del Basso Trentino. Con alberghi e ristoranti gestiti magari da ledrensi, o legati al turismo locale, e non ad esso estranei. Così, dopo tanta fatica, avremo gli impianti sciistici di nuovo funzionanti, pagati dalle tasse dei ledrensi, e magari interdetti alla valle perché a Capodanno ci sarà il tutto esaurito con i clienti invernali del Lefay Resort di Gargnano. Un'autentica mazzata per il turismo della valle di Ledro che, peraltro, in tutta la valle, non dispone di un megahotel di quelle dimensioni.
 
p.giovanetti@ladige.it

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