Meno uno. Fini ricompatta i suoi, ma la conta è incerta
Giornata pazza e convulsa, come un ottovolante. In mattinata Berlusconi sembrava avercela fatta, con i futuristi divisi. Poi in serata il colpo d'ala di Fini, che dimostra tutta la sua capacità politica e di sapienza di tattica parlamentare. Rinsalda i suoi, con un documento, con cui propone di dargli la fiducia, ma chiedendogli subito dopo le dimissioni per fare un nuovo governo. Su questo documento, eccetto la deputata Siliquini, ci stanno tutti. Chi non ci sta è Berlusconi.
La giornata è lunga e difficile. Silvio Berlusconi si presenta al Senato e legge un intervento – a onor del vero – non di grande profilo. Fa appello ai moderati di Fli e invita a passare una notte “che porti consiglio”. Bossi, accanto a lui sbadiglia.
A fare venire i (pochi) capelli ritti in testa a Berlusconi ci pensa Marcello Pera. Pdl, destra di ferro, ma acido con il premier: le sue promesse riforme le ha più minacciate che realizzate, declama Pera...
Il dibattito non è particolarmente esaltante. La mattinata si chiude presto, mentre i finiani sembrano in crisi e pare che perdano alcuni pezzi.
I poliziotti si sono schierati davanti alla Camera. Oggi però solo per contestare il governo per i tagli alla sicurezza. Domani saranno lì per difenderli da migliaia di studenti in corteo. Forse avrebbero preferito il contrario.
Alla Camera, Silvio ripete praticamente lo stesso intervento: appello ai moderati, no al governo delle sinistre. Stavolta però è dentro l'aula più maestosa di Montecitorio, anche se Fini preferisce non stare al suo scranno mentre parla il premier.
La giornata a Montecitorio è andata avanti continuando a rifare i conti. Molto dipenderà da chi non sarà in aula. Tra questi pesano le due di Fli Giulia Bongiorno e Giulia Cosenza e la Pd Federica Mogherini. Sono tutte a rischio parto da un'ora all'altra. Giulia Bongiorno sicuramente non ci sarà: è già ricoverata in clinica per un parto a rischio. Federica Mogherini, il cui pargolo dovrebbe nascere oggi ha fatto una proposta stravagante: “Se domattina fossi in sala parto, sarebbe un bel gesto che una collega del Pdl, per fair play, domani non partecipasse alle votazioni”. E lo ha chiesto esplicitamente alla onorevole Barbara Saltamartini del Pdl. La quale, ovviamente e giustamente, ha declinato la pelosa richiesta.
Nel pomeriggio arriva il colpo d'ingegno di Fini. Un documento di tutti i futuristi, con cui si propone a Berlusconi di dargli la fiducia se subito dopo si dimette. Il premier – e Bossi – lo spernacchiano. Ma a Fini non interessava la risposta del Cavaliere, quanto ricompattare i suoi e dimostrare che Berlusconi non vuole schiodarsi da Palazzo Chigi.
Intanto in aula succede di tutto: sviene Nunzia di Girolamo, pasionaria del Pdl campana. Invece Straquadanio, quello che invocava il metodo Boffo contro Fini, ammette che a Razzi – l'ex dipietrista – è stato pagato il mutuo. E allora, che male c'è? Chiede con fare da finto ingenuo. Fassino ripete a Alessandra Mussolini “vajassa”. Lei cerca di colpirlo con un telefonino. Poi, impossibilitata, insulta Mara Carfagna: “Cretina, hai visto che cosa hai combinato?” Gentilezze tra preferite del Cavaliere della Sera.
Paolo Guzzanti si anima a tarda sera e annuncia: voterò la sfiducia. Vanno in tilt i telefonini dei deputati, che devono riaggiornarsi e rifanno tutti la conta. Vabbé, oggi alle 13 sapremo il risultato.