Da dove si è partiti: l’area ex Cattoi e la "variante 13 bis", il mega affare in riva al Benaco (e quello di Arco)
Protagonisti sempre i due imprenditori immobiliari Hager e Signoretti, che con le amministrazioni locali avevano trovato accordi vantaggiosi (per loro o per tutti?)
INCHIESTA Decine di arresti e di indagati, "associazione a delinquere"
RIVA DEL GARDA. Al centro dell’inchiesta ci sarebbero gli affari immobiliari del gruppo austriaco, e delle sue società consociate, in riva al Benaco. In particolare, ad attirare l’attenzione della Procura sarebbe stata la complessa vicenda istituzionale ed urbanistica dell’area ex Cattoi, l’ultimo pezzo di lungolago “libero” sulla sponda di Riva del Garda.
Il tutto è stato sancito dall’approvazione della “variante 13 bis” del Piano urbanistico di Riva, affidato ad un commissario straordinario (l’avvocato Pedrazzoli, nominato dalla Provincia) in quanto la gran parte dei consiglieri di maggioranza al momento del voto si erano dichiarati “incompatibili”, sindaca compresa.
Tra prima e seconda adozione però sono state apportate 118 modifiche. La maggior parte sono correzioni cartografiche o altre amenità di poco conto perché l’impianto base della Variante 13-bis, quella che ridisegna il futuro di Riva secondo la visione della giunta Santi, è rimasto invariato dopo l’approvazione definitiva firmata ieri dal commissario straordinario Niccolò Pedrazzoli. Il percorso della variante urbanistica ha vissuto un passaggio fondamentale, con il via libera ufficiale della giunta provinciale.
Vediamo nel dettaglio alcuni dei punti salienti:
AREA EX CATTOI: la variante aveva visto confermata la validità dell’accordo urbanistico siglato tra amministrazione comunale e proprietà del compendio (Hager-Signoretti). Con una sola correzione: gli alloggi per il tempo libero vengono ridotti da 20 a 16, non mutano le altezze dei due nuovi edifici nella parte nord-ovest mentre il privato è obbligato a «cedere a titolo gratuito al Comune di Riva l’area da destinare a parco pubblico con superficie di 13.340 metri quadrati e con superficie di 1.660 metri quadri da destinare all’allargamento degli spazi pedonali lungo viale Rovereto e all’allargamento degli spazi pedonali e della sede stradale lungo via Lietzmann».
HOTEL LIDO PALACE: disco verde nel documento programmatorio anche all’ampliamento del 10% nella zona nord-est con la realizzazione di nuove suites che potranno avere un’altezza massima di 4 metri e mezzo. La previsione riprende in parte il progetto Cecchetto di diversi anni fa. La nuova offerta ricettiva non potrà comunque essere realizzate con fondazioni nel terreno per preservare le alberature presenti verso il corso dell’Albola.
Ok anche al parcheggio a nord in modo da liberare dalle auto l’attuale parco davanti all’ingresso principale. Ma la società «Hotel Lido Palace spa» (dove c’è Lido Immobiliare e quindi anche Palazzo Pretorio) deve incassare anche un «no»: è stata infatti respinta l’osservazione che chiedeva di «consentire capacità edificatoria nella parte sud della linea di arretramento, assoggettata all’area di protezione dei laghi».
«La richiesta di estendere verso sud il retino di zona ricettiva si considera non accolta in coerenza con l’articolo 22 del Piano urbanistico provinciale - scrive il commissario - poiché in area di protezione dei laghi non è ammissibile l’introduzione di nuove aree ricettive».
AREA BUZZI: l’adozione definitiva della Variante accoglie le osservazioni della proprietà dell’ex cementificio abbandonato, e prevede lo stralcio completo della previsione urbanistica. Col rischio quindi che si rallenti l’operazione di trasferimento nella zona di Ceole del cantiere comunale, del Crm, della nuova sede di Ags, etc. «L’area Buzzi per noi è strategica - osserva l’assessore all’urbanistica Mauro Malfer - Vedremo di arrivare ad un accordo urbanistico con la proprietà o percorreremo altre opzioni».
AREA DI SAN CASSIANO: confermata la previsione su richiesta di Trentino Trasporti di trasferire in quell’area (di proprietà della stessa società) la zona officina e rimessaggio autobus liberando parte dell’area di viale Trento. «Con questa variante - sottolinea ancora Malfer - risolviamo una questione che si trascina da trent’anni». AREA MIRALAGO: Patrimonio del Trentino e anche Lido Immobiliare avevano chiesto con un’osservazione l’aumento dei volumi previsti. Richiesta respinta con un taglio di quelli previsti in prima istanza. La variante prevede il «recupero delle strutture esistenti da destinare ad attività sportive e per servizi socio-culturali. È previsto il mantenimento della destinazione ricettiva, senza ulteriori aumenti (per massimo 50 posti letto), per realizzare un servizio di turismo sociale foresteria».
CAMPO SPORTIVO BENACENSE: «Sull’area, a trasferimento avvenuto dell’attuale funzione, è prevista l’eliminazione delle recinzioni su tutti i lati al fine di rendere accessibile l’intero spazio per uso sportivo, ricreativo, espositivo e per manifestazioni». Previsto il risanamento conservativo per la tribuna maroniana.
AREA DI BASONE: stralciata dall’adozione definitiva anche la previsione di alloggi di edilizia agevolata per le cooperative edilizia sull’area di Basone. Se ne occuperà la Comunità di Valle. L’adozione definitiva cancella anche la previsione di un parcheggio pluripiano su viale Rovereto, nell’area a sud della Cartiera, a fianco della Caserma dei Vigili del Fuoco. Stralciata anche la nuova area sinti su terreno della Provincia in corrispondenza della rotatoria della variante ovest. «Sì» alla dismissione dei due distributori di carburante su viale Carducci e viale Rovereto: nel primo caso la proprietà è intenzionata a realizzare una «bike station» con zona ristoro. Ok al nuovo distributore alla Baltera, nella zona dell’attuale Crm, dove verrà realizzata anche la nuova area camper.
L’opposizione consiliare era stata chiara: «Questa Variante 13-bis rappresenta il sacco del lungolago e la resa a interessi privati» era stata la netta bocciatura dal gruppo consiliare del Partito Democratico rispetto all’approvazione definitiva della Variante 13-bis fortemente voluta dall’amministrazione Santi. «Se la variante 13 fatta saltare da una parte dell’allora nascente “polo civico” in quelle drammatiche sedute di gennaio 2020 rappresentava una svolta nell’urbanistica cittadina, nell’ottica di tutela dei nostri beni ambientali e della qualità della vita dei residenti, la variante 13 bis a paternità Santi-Malfer-Prati-Franco Gatti - scrivono i consiglieri Mosaner, Bertoldi, Zanoni e Chizzola - rappresenta il “sacco” del lungolago e la resa al privato».
I motivi, ora, li dirà la magistratura.
AD ARCO, INTANTO. Non sfugge a nessuno che – sul versante privato – gli stessi attori si ritrovano poco più a nord, ad Arco, dove è indagato anche il sindaco Alessandro Betta.
Qui Hager e Signoretti avevano infatti acquistato un vecchio hotel in rovina, l’hotel Arco, proponendo un accordo pubblico-privato con il Comune per ristrutturarlo. Ma in cambio, sulle rive del Sarca, chiedevano un progetto da 2400 metri quadri di appartamenti di lusso. In cambio, per il Comune, la promessa di parchi e giardini, lavori alla viabilità, persino una sistemata alla pista ciclabile.
Operazione rinviata: da piazza Dante lo stop, principalmente perché il progetto interferiva (troppo?) con la sicurezza idrogeologica del Sarca.