Truffe online, come difendersi
Nell’ultimo blog mi ero ripromessa di continuare a parlare di crac finanziari, di banche, di investimenti e di risparmi da tutelare. Però, dopo una settimana interamente monopolizzata (giornali, radio, TV, rete) dai gravi problemi in cui versa il nostro sistema economico - il punto è proprio questo: la crisi pare sistemica - non se ne può davvero più. E allora? Mi salva dall’impasse una mail arrivata in questo momento.
Un tizio, il nipote di un governatore africano da poco deceduto, ha scelto proprio me per piazzare il suo denaro in qualche banca italiana. Mi chiede quale istituto posso consigliargli e se sono disposta a fare da mediatrice per l’affare. La percentuale non è male: il 5%. Soprattutto considerato che il gruzzolo dello zio ammonta a ben quattro milioni di dollari.
Chi non ha ricevuto una e-mail di questo tenore? Si tratta di uno dei maldestri tentativi di truffa circolanti nel web, volti a carpire gli estremi di conto corrente dei destinatari. Eppure, la cosa mi fa comunque sorridere: leggo, infatti, che questo ricchissimo governatore non è morto di vecchiaia, ma ha avuto un incidente. E’ precipitato addirittura in un tombino! La comicità di questo appello, che vorrebbe essere drammatico, è inevitabile quanto involontaria. Non tutte le truffe via Internet lo sono. Fenomeno eclatante degli ultimi anni, ha raggiunto nell’ultimo anno, solo nell’Unione Europea, un volume pari a due milioni di euro.
Chi non ha ricevuto una e-mail di questo tenore? Si tratta di uno dei maldestri tentativi di truffa circolanti nel web, volti a carpire gli estremi di conto corrente dei destinatari. Eppure, la cosa mi fa comunque sorridere: leggo, infatti, che questo ricchissimo governatore non è morto di vecchiaia, ma ha avuto un incidente. E’ precipitato addirittura in un tombino! La comicità di questo appello, che vorrebbe essere drammatico, è inevitabile quanto involontaria. Non tutte le truffe via Internet lo sono. Fenomeno eclatante degli ultimi anni, ha raggiunto nell’ultimo anno, solo nell’Unione Europea, un volume pari a due milioni di euro.
La crescita degli imbrogli on-line è legata soprattutto ai pagamenti effettuati per telefono o tramite Internet, in una tale varietà di situazioni che ha dell’incredibile: si va dal finto studente inglese disposto ad acquistare un’auto usata, alla finta Onlus che chiede contributi in denaro, fino all’agenzia di collocamento che offre lavoro in cambio dei tuoi dati, o al tour operator fantasma, che si dilegua con gli acconti. La fantasia dei truffatori online è inesauribile e, purtroppo, pochi denunciano le disavventure telematiche patite, per non incappare nell’inevitabile commiserazione di amici e parenti.
Contrariamente a ciò che si pensa, non è da creduloni o da disinformati finire nel novero dei “bidonati” in rete: il fenomeno riguarda potenzialmente tutti, e, una volta verificatosi, non colpisce solo il patrimonio delle vittime, ma lascia dietro di sé anche umiliazione e abbattimento, come, da che mondo è mondo, ogni truffa andata a segno. Ecco perché, per quanto fantasiose ed ironiche siano, le truffe online non meritano alcuna indulgenza. Ma non basta perseguirle (sia nella certezza che nel dubbio, segnalarle subito alla polizia postale o al sito del commissariato online della polizia di Stato): meglio conoscere le regole fondamentali per non abboccare. E’ preferibile infatti evitare e prevenire, piuttosto che essere costretti a chiedere rimborsi e risarcimenti (il truffatore in genere non ha neppure un indirizzo, e, tantomeno, un conto in banca).
Come difendersi, allora, dai tranelli che spesso costellano le nostre vite? Ecco alcune semplici regole (consigliate proprio dalla polizia postale): il primo passo è il “cerca”, che consiste nel verificare che dietro un portale ci sia una realtà aziendale concreta, con un indirizzo e un numero di telefono. Verificare, poi, la data degli annunci, perché dietro segnalazioni troppo datate potrebbero nascondersi specchietti per le allodole. Diffidare sempre delle spiegazioni bizzarre volte a giustificare prezzi particolarmente invitanti. Non fornire informazioni relative ai propri estremi bancari o alla propria situazione finanziaria. Né fornire dati relativi ad altre persone, amici o conoscenti. La regola numero uno è, però, quella generalissima, da tenere presente in ogni transazione economica: evitare l’azzardo. Ogni “affare” nasconde un rischio, e, con la convenienza, è destinato a lievitare anche il rischio. A pensarci bene, è un principio applicabile anche all’argomento di cui dovevo parlarvi oggi, riguardante investimenti, banche, risparmi. Comunque, per ora, basta così.
Contrariamente a ciò che si pensa, non è da creduloni o da disinformati finire nel novero dei “bidonati” in rete: il fenomeno riguarda potenzialmente tutti, e, una volta verificatosi, non colpisce solo il patrimonio delle vittime, ma lascia dietro di sé anche umiliazione e abbattimento, come, da che mondo è mondo, ogni truffa andata a segno. Ecco perché, per quanto fantasiose ed ironiche siano, le truffe online non meritano alcuna indulgenza. Ma non basta perseguirle (sia nella certezza che nel dubbio, segnalarle subito alla polizia postale o al sito del commissariato online della polizia di Stato): meglio conoscere le regole fondamentali per non abboccare. E’ preferibile infatti evitare e prevenire, piuttosto che essere costretti a chiedere rimborsi e risarcimenti (il truffatore in genere non ha neppure un indirizzo, e, tantomeno, un conto in banca).
Come difendersi, allora, dai tranelli che spesso costellano le nostre vite? Ecco alcune semplici regole (consigliate proprio dalla polizia postale): il primo passo è il “cerca”, che consiste nel verificare che dietro un portale ci sia una realtà aziendale concreta, con un indirizzo e un numero di telefono. Verificare, poi, la data degli annunci, perché dietro segnalazioni troppo datate potrebbero nascondersi specchietti per le allodole. Diffidare sempre delle spiegazioni bizzarre volte a giustificare prezzi particolarmente invitanti. Non fornire informazioni relative ai propri estremi bancari o alla propria situazione finanziaria. Né fornire dati relativi ad altre persone, amici o conoscenti. La regola numero uno è, però, quella generalissima, da tenere presente in ogni transazione economica: evitare l’azzardo. Ogni “affare” nasconde un rischio, e, con la convenienza, è destinato a lievitare anche il rischio. A pensarci bene, è un principio applicabile anche all’argomento di cui dovevo parlarvi oggi, riguardante investimenti, banche, risparmi. Comunque, per ora, basta così.
Buon ferragosto a tutti!