Cosa sta succedendo nelle assicurazioni?
«Cosa sta succedendo nelle assicurazioni?». A chiedermelo è un giovane da poco scampato (con qualche conseguenza) ad un grave incidente stradale. Un’auto gli ha tagliato la strada, mancando uno stop, lui si è fatto un mese di ospedale e, poi, le cure riabilitative: è ovvio che, quantomeno, ora si aspetti un congruo risarcimento. Gli dico che, purtroppo, la nostra sarà una lotta contro il tempo: infatti, la nuova bozza di decreto in materia, portata all’esame preliminare del Consiglio dei ministri, dopo il via libera dell’esecutivo e il parere del Consiglio di Stato, inciderà profondamente sul sistema di risarcimento del danno alla persona conseguente a sinistro stradale.
Si prevede che i risarcimenti assicurativi subiranno un “crollo”- dal 40% alla metà in meno- rispetto alla prassi consolidata dalla Cassazione (valutazione recente del “Sole 24 ore”). Mi guarda sbigottito, mentre gli comunico che il decreto in parola contiene sia la Tabella unica nazionale delle menomazioni all’integrità psicofisica compresa fra 10 e 100 punti di invalidità, che quella di liquidazione, ossia del “valore pecuniario” previsto per il risarcimento di tale danno. Con questo provvedimento, predisposto su proposta del ministero della Salute, il Governo darà esecuzione all’art. 138 del Codice delle assicurazioni, uniformando a livello nazionale l’entità dei risarcimenti. Un provvedimento attuativo atteso dal 2005, in assenza del quale la Magistratura di merito aveva dovuto elaborare in via di supplenza delle tabelle di liquidazione che, per l’esigenza di stabilizzare i criteri sul territorio nazionale, avevano finito per convergere verso il sistema elaborato dal Tribunale di Milano (anche in seguito a chiare pronunzie in tal senso da parte della Cassazione).
In un recente comunicato, le compagnie assicuratrici si dicono soddisfatte delle nuove tabelle. A ragione: il sostanziale abbattimento delle liquidazioni, per effetto del valore ministeriale, si aggira, come abbiamo detto, intorno alla metà. Doppia soddisfazione, se consideriamo che il federalismo fiscale introdotto dal Decreto Legislativo dello scorso 6 maggio, rappresenterà una sciagura per gli automobilisti, quanto ai rincari esorbitanti dei premi RC auto (aumento medio di 25 euro a polizza). Lo ribadisce Casper (il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio) di cui fanno parte Adoc, Codacons, Movimento di Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori. Il decreto in questione consente infatti ad ogni provincia di imporre una tassa aggiuntiva sulle polizze RC Auto, con un’aliquota pari al 3,5% sull’importo netto del premio.
Ma come? Non avevamo già le tariffe assicurative più alte d’Europa? Anzi: più care del doppio? I raffronti sono presto fatti. In Germania, Francia e Spagna costano, di media, rispettivamente 222,172 e 229 euro l’anno, contro i nostri 407! (Il valore della raccolta premi in Italia è salito del 6% solo nel primo trimestre di quest’anno). A questi esborsi, ora si aggiungerà l’aliquota “federale” del 3,5%. Il mio giovane interlocutore ha tutte le ragioni per chiedersi cosa stia accadendo in ambito assicurativo!