Mi do alla bici, anzi no: meglio il nuoto

di Lucio Gardin

Arriva il momento nella vita di un uomo in cui ti trovi a fare i conti col tempo che passa, e allora capisci che è il momento di dedicarsi a della sana attività fisica. Qualche giorno fa è stato il mio turno, e così ho programmato un bel giro in bici. Mi sono alzato presto, col cervello che ragionava come quando avevo 20 anni, e quindi mi sono uscite quelle frasi tipo «parto presto così c'è meno casino in ciclabile» oppure» uso cambi duri così arrivo a casa prima» o «mi vesto leggero così sudo meno».

La giornata è iniziata subito male perché mi sono preso uno strappetto alla schiena per piegarmi alla ricerca del pantaloncino imbottito finito nell'angolo basso dell'armadio. Poi sono sceso in cantina a prendere la scala, perché la bicicletta era appesa al fatidico gancio che era troppo alto per me (l'avevo deliberatamente posto a quell'altezza allo scopo di instillare nel mio vicino di garage un senso d'inferiorità visto che lui aveva messo la bici su un gancio più basso). Ma ecco che scendendo dalla scala una contrattura al polpaccio mi disorienta un po'. Zoppicando riesco a tirare giù la bici che ovviamente ha le gomme sgonfie (sarà forse perché è appesa lì dal giorno della comunione di mia nipote che ormai ha più anni di me), allora prendo la pompa e comincio a darci dentro, ma sento una fitta, e uno strappetto al bicipite mi toglie il fiato.

Usando solo il braccio sinistro e con l'ausilio di una gamba riesco a gonfiare le gomme, ma sono in piena crisi esistenziale. E così parto per la mia gitarella in bicicletta, ma durante la prima salita mi coglie un bizzarro eccesso di sudorazione. Sono a un bivio della mia vita: scendere dalla bici e spingerla (almeno fino in cima alla salita del garage), o alzarmi in piedi sui pedali e darci dentro? Con la coda dell'occhio vedo i miei vicini di casa che mi guardano, e allora scelgo l'opzione più dignitosa; non voglio pensino che sia un pappamolla che cede subito alla prima fatica. E quindi scendo dalla bici e la spingo. Arrivato in cima alla salita, mi viene una tachicardia che m'induce a sdraiarmi un attimo sui pomodori del vicino.

Quando finalmente il battito mi è tornato normale, ho appoggiato la bici al cancello e mi sono avviato vero il bar: per oggi vado a prendere il caffè, il mese prossimo vedremo. Mi sa che proverò a darmi al nuoto. Almeno non devo prendere la scala per tirare giù il costume dal gancio. Mi sono sempre chiesto se sia meglio il nuoto o la bicicletta. Credo che dipenda da dove ti trovi, se sei in acqua è meglio il nuoto.

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