Ultima chiamata ai vecchi partiti

Il terremoto uscito dalle urne nel voto amministrativo di domenica è l'ultimo avviso di chiamata per la classe politica del Paese. Se non vi sarà un cambio vistoso, radicale, emblematico di comportamenti, di persone e di azione politica, alle elezioni nazionali del 2013 i vecchi partiti saranno spazzati via inesorabilmente

di Pierangelo Giovanetti

Il terremoto uscito dalle urne nel voto amministrativo di domenica è l'ultimo avviso di chiamata per la classe politica del Paese. Se non vi sarà un cambio vistoso, radicale, emblematico di comportamenti, di persone e di azione politica, alle elezioni nazionali del 2013 i vecchi partiti saranno spazzati via inesorabilmente.
In un tempo di crisi drammatica dove tutti sono chiamati a fare sacrifici, i cittadini non sopportano più una classe partitica che pensa solo a se stessa, ai propri rimborsi elettorali, a mantenere i propri posti in Parlamento, le proprie presidenze, le indennità e gli odiati vitalizi.
Gli elettori non accettano più di pagare in prima persona, di tagliare le proprie spese familiari, mentre chi ha responsabilità e rappresentanza pubblica non è capace di dare esempio, di eliminare sprechi e spese inutili, di avviare una seria e profonda azione di sfalcio nella spesa pubblica e nei costi della politica.
Non basterà tentare con una legge elettorale fatta su misura di salvare il sistema senza una radicale autoriforma dei partiti e del modo di governare.
La lancetta dell'orologio sembra tornare indietro paurosamente di vent'anni. Il partito architrave del ventennio berlusconiano PdL-Forza Italia è sprofondato e non esiste quasi più. La Lega travolta dagli scandali e dal tradimento dei suoi elettori lascia spazio ai «nuovi» che gridano di più, che protestano di più, che la sparano più grossa.
Al centro non nasce alcun terzo polo, e il Pd non viene percepito dagli elettori come l'alternativa naturale alla fine del sistema. I voti dissolti di chi per anni si è affidato ai miracoli dell'Unto del Signore finiscono al nuovo Salvatore, che sia Grillo o Orlando non importa.
L'ultimo campanello è suonato. Poi sarà troppo tardi.
 p.giovanetti@ladige.it

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