I libri, i giovani e il comodato gratuito

L'iniziativa della Provincia di assegnare libri in comodato agli alunni fino al secondo anno delle Superiori (addirittura per tutti i cinque anni, come propone il senatore Divina), è sicuramente un aiuto economico importante alle famiglie, ma ha le sue controindicazioni, che a volte possono essere pesanti

di Pierangelo Giovanetti

Caro direttore, finalmente un'idea intelligente da parte di un politico! L'Adige ha dato conto della proposta del senatore Divina di non far pagare i libri scolastici anche alle famiglie degli alunni degli ultimi tre anni delle Superiori, dando a tutti i libri in comodato gratuito. Ci voleva tanto a pensarlo? E invece finora le famiglie sono state costrette a spendere soldi e i giovani a riempirsi la casa di libri.


L'iniziativa della Provincia di assegnare libri in comodato agli alunni fino al secondo anno delle Superiori (addirittura per tutti i cinque anni, come propone il senatore Divina), è sicuramente un aiuto economico importante alle famiglie, ma ha le sue controindicazioni, che a volte possono essere pesanti.


Per prima cosa priva gli alunni dall'avere dei testi-base fondamentali del proprio apprendimento a disposizione a casa per un continuo riferimento. Oggi gli studenti non hanno più a casa una grammatica, un testo organico di storia, un manuale di scienze, un abbecedario di lingua inglese e tedesca, gli stessi su cui hanno studiato, sottolineato, imparato, perché alla fine dell'anno lo restituiscono alla scuola. Quando è estate non possono ripassare sui libri, perché li hanno restituiti. Quando nel loro corso di studi hanno un dubbio, o vorrebbero rivedersi le regolette apprese sui banchi scolastici, non hanno più nulla, facendo indirettamente passare l'idea che i libri servono solo a scuola, e poi se ne può fare a meno.


E ancora, il libro è l'elemento fisico che lega il ragazzo allo studio che ha fatto, ne personalizza l'apprendere, ne contiene le note e le postille, ne fissa il sapere, tanto che - come spiegano tutti i pedagoghi - a volte basta allo studente sfogliare il libro su cui ha studiato per ripassare l'intero programma. Non potere più avere tale legame, questa unità con i propri libri e manuali di studio, che possono essere ripresi in mano anche più avanti nella vita, possono costituire aggiornamento e ripasso di conoscenze dimenticate, è uno degli aspetti più negativi del comodato gratuito.


Inoltre subdolamente genera l'idea che i libri siano inutili, che averli in casa sia carta ingombrante, che, una volta concluse le lezioni, leggere e studiare sia superfluo.
Sicuramente per molte famiglie il libro gratuito è un aiuto non da poco. Ma dovrebbe essere cura dei genitori stessi far capire che - anche nell'era di internet - serve avere libri a casa, occorre acquistare la grammatica italiana, un'antologia di letteratura e il libro con le regole di tedesco.


Va trasmesso ai giovani l'idea che il libro è per la vita, non è un «usa e getta» da consumare come uno zapping televisivo in cui alla fine non resta in mano (e nella mente) niente.
Invece di innalzare gli anni di comodato gratuito, forse potrebbe essere più utile consentire agli alunni al termine dell'anno scolastico di acquistare il libro su cui hanno studiato, e che tengono ad avere nella propria libreria perché utile e ben fatto. Magari con prezzi agevolati. Ma va incentivato l'acquisto del libro, non veicolata l'idea che i libri sono un qualcosa che bisogna procurarsi perché li vuole il professore, ma nella vita non servono.


O si può pensare, invece di assegnare libri in comodato, di garantire una parte di rimborso spese sull'acquisto dei libri effettuati. In questo modo si aiuterebbero le famiglie, e nello stesso tempo si favorirebbe uno studio continuato, una presenza di libri nelle librerie domestiche, una possibilità di studio e di ripasso anche durante l'estate. Perché il sapere richiede continuità, non intermittenza.


Altrimenti, un proposito positivo come quello dell'aiuto alle famiglie con i libri in comodato diventa un boomerang devastante. Finendo per far credere che i libri sono un optional, un costoso fardello di carta che rimpie polverosi scaffali, e nulla più. E che tranquillamente se ne può fare a meno. Il trionfo dell'ignoranza, con tanto di lasciapassare politico.

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