Sul Bondone è ora di volare
Dopo le nevicate è iniziata una stagione invernale con buoni auspici ma per Trento Funivie e il Monte Bondone si sa già che , bene che vada, si riuscirà a limitare le perdite. Da dieci anni la società è in rosso costante e ora è passata nelle mani della Provincia. Quindi a ripianare i debiti ci dovrà pensare sempre più l'ente pubblico, che già ha dato molto anche per riqualificare l'offerta turistica, elargendo lauti contributi attraverso il Patto territoriale. Ora però la gente inizia a chiedersi a che pro continuare a buttare i nostri soldi in un pozzo senza fondo
TRENTO - Dopo le nevicate è iniziata una stagione invernale con buoni auspici ma per Trento Funivie e il Monte Bondone si sa già che , bene che vada, si riuscirà a limitare le perdite. Da dieci anni la società è in rosso costante e ora è passata nelle mani della Provincia. Quindi a ripianare i debiti ci dovrà pensare sempre più l'ente pubblico, che già ha dato molto anche per riqualificare l'offerta turistica, elargendo lauti contributi attraverso il Patto territoriale. Ora però la gente inizia a chiedersi a che pro continuare a buttare i nostri soldi in un pozzo senza fondo.
Il problema è che in queste condizioni le cose non cambieranno. Chiusi i rubinetti del Patto nessuno si azzarderà di questi tempi a investire in alberghi e il Bondone non raggiungerà i numeri per decollare. L'unico modo per dare una svolta a mio parere è realizzare il collegamento con la città, il famoso “grande impianto” di cui si discute da decenni. Certo si può obiettare che un impianto del genere significa spendere altre decine di milioni di soldi pubblici. Ma a favore ci sono validi argomenti. Con il grande impianto ne avrebbe grande giovamento la Trento turistica, che potrebbe vantare e offrire ai visitatori un terrazzo verde affacciato sulle cime del Brenta di grande suggestione.
Chi vive in città potrebbero accedere in pochi minuti alle bellezze del Bondone senza inquinare l'aria muovendo l'auto o andare a sciare senza stressarsi nella ricerca di un parcheggio che non c'è. E alla fine ne gioverebbero anche gli stessi operatori della montagna, che potrebbero vendere a pacchetto a sciatori e non anche le attrattive della città. Le esperienze decennali di centri come Aosta, Bolzano e Innsbruck sono lì a dimostrarlo. E' una scelta che va però fatta subito, con decisione. Altrimenti temo che ci si debba rassegnare all'eterno vivacchiare o a un triste declino.