Grillo in fuga dalle tv
Il populista ha paura delle domande scomode
Il populista de 'noantri, l'urlatore al pesto, l'uomo che ha messo all'indice i giornalisti ha deciso che lui in tv da Sky non ci va. A farsi fare qualche domandina scomoda preferisce non andare. Grandi analisi, ora, sul Beppe Grillo stratega che decide di non andare a farsi intervistare, perché sta usando le televisioni. No, la verità è banale, semplice, nuda: Grillo ha paura.
Troppo comoda andare nelle piazze adoranti a urlare verità appiattate dal signor Casaleggio. Due che insieme, in quanto a deliri marciano bene: addirittura prevedono all'unghia quanto durerà la prossima guerra. Comodo ripetere alla nausea "tutti a casa". Poi, finita la piazza, lunedì 25 in Parlamento ci saranno cento ragazzi che hanno già dovuto firmare una carta in cui anche la più semplice dichiarazione dovrà essere affidata a una società gestita da Casaleggio e Grillo. Perché i giornalisti, quelli veri, quelli che fanno le domande serie, metterebbero in un angolo il guitto ligure. E allora meglio fuggire.
Nemmeno si è candidato perché troppi imbarazzi verrebbero a galla. Così c'è un partito che mette un comico in piazza a dire le sue strampalate teorie e in Parlamento ci manda un gruppo di persone che non sapranno da che parte girarsi, che crederanno che basterà urlare dalle finestre di Montecitorio, con il risultato che andranno gli infermieri con le ambulanze a prenderli, perché la politica è qualcosa di più difficile. Ma intanto a lui basta tirare ancora una settimana tra buffonate, oscure accuse ai poteri forti e vaghe minacce.
Speculando così, ancora una volta, sul desiderio genuino di molti elettori che vorrebbero dare veramente aria nuova nei palazzi della politica e invece si ritroveranno a dare linfa a personaggi che a tutto pensano, fuorché al futuro del Paese.