Le Poste, gli ingenti utili e i troppi disservizi
Poste italiane nel 2012 ha assommato un utile di 1.032 milioni di euro. Nei primi sei mesi del 2013 ha risentito anch'essa di un po' di crisi, e l'utile si è «contenuto» in 362 milioni. In questi anni Poste Italiane si è concentrata su tutto, tranne che la posta
Caro direttore, ti voglio raccontare come funzionano le Poste in Trentino, e i danni che vengono arrecati quotidianamente ai cittadini e a chi lavora. Molti abbonati di Trentinomese ci informano con giustificate proteste di ricevere la pubblicazione addirittura dopo la metà del mese. Spesso e quando va bene, il 6 o 7 del mese. Questo in particolare in provincia. I ritardi segnalati provocano danni evidenti e comprovati: richieste di rimborso, annullamento di sottoscrizioni da parte degli abbonati che, naturalmente, lamentano l'inutilità di ricevere un giornale con appuntamenti quando gli stessi sono già avvenuti. Richieste danni e rimborsi da parte di quei inserzionisti pubblicitari che hanno pagato per promuovere una manifestazione che sarà vista troppo tardi.
Una situazione inaccettabile, tanto più in un momento particolarmente difficile, in particolare per l'editoria in genere.
È decisamente incredibile come in un Paese come il nostro, Poste Italiane abbiano impegnato forze ed investimenti in tutt'altra direzione che verso quella che dovrebbe essere la principale missione dell'azienda: la consegna in tempi certi e stabiliti della corrispondenza. E per corrispondenza si deve intendere, oggi più che mai stante l'utilizzo di mezzi alternativi come fax, email ecc. per l'invio di lettere, in particolare e soprattutto il mondo dei quotidiani e dei periodici.
Naturalmente, la soppressione della consegna del sabato, accettata vergognosamente dalla politica, è stato il primo segno del degrado del servizio.
In altri Paesi i periodici in abbonamento sono consegnati in via prioritaria, con evidenti, enormi risparmi, sia sotto il profilo strettamente economico che ambientale.
Il 29 luglio ho inviato una email di protesta. Confermando l'inconsistenza e la poca professionalità di Poste Italiane, a tutt'oggi non si sono nemmeno degnate di rispondere.
Provvederemo a quantificare i danni conseguenti i disservizi segnalati.
Poste italiane nel 2012 ha assommato un utile di 1.032 milioni di euro. Nei primi sei mesi del 2013 ha risentito anch'essa di un po' di crisi, e l'utile si è «contenuto» in 362 milioni. In questi anni Poste Italiane si è concentrata su tutto, tranne che la posta. Adesso punta ad acquistare anche un po' di Alitalia, da assommare alla compagnia aerea di cui dispone già Mistral Air, con cui organizza viaggi e pellegrinaggi a Lourdes e a Fatima (che c'azzecca con le poste, Dio solo lo sa. E forse per questo la compagnia ha scelto come mèta anche la Madonna di Czestochowa). Tra i tanti acquisti messi in atto da Poste italiane c'è anche una banca, l'ex Mediocredito centrale, e parecchie attività finanziarie.
Nel frattempo, per accumulare il capitale atto a realizzare tali operazioni, ha proceduto con i tagli degli uffici postali, la riduzione del personale, il peggioramento disastroso del servizio (soprattutto nelle valli e sul territorio), l'aumento spaventoso delle tariffe (che mettono, per esempio, fuori mercato giornali e riviste, dato che l'invio costa ormai più del ricavo, specialmente il sabato).
Non c'è da meravigliarsi, quindi, di quanto denuncia un editore attivo e impegnato come Paolo Curcu, evidenziando i danni causati ai lettori e ai cittadini tutti. Nel silenzio e nell'indifferenza totale della politica e della Provincia, che ritiene forse la consegna di giornali e riviste nei paesi e nell'ultima valle del Trentino una cosa ovvia, gratuita e scontata (fino a quando?) di cui non valga la pena interessarsi, probabilmente l'unica soluzione è attrezzarsi per un servizio di consegna alternativo alle poste, e nel frattempo quantificare i danni da chiedere a Poste Italiane. I soldi per pagare non dovrebbero mancare, visto gli utili consistenti.
p.giovanetti@ladige.it
Twitter: @direttoreladige