I mega-tir, l'A22 e il silenzio dei trentini

di Pierangelo Giovanetti

Caro direttore, leggo sull'Adige del progetto di cui si sta discutendo nell'Unione europea, di far circolare i maxi-tir, detti gigaliner, nel traffico transfrontaliero. Se la proposta va in porto, per Trento e il Trentino Alto Adige sarà la fine. Questi bisonti da 60 tonnellate, lunghi 25 metri, sono un qualcosa di spaventoso se pensati sul nostro territorio, così limitato e delicato. Risulterà impossibile viaggiare sull'A22, sperando che non debbano fermarsi a qualche area di servizio o uscire a qualche casello, perché in tal caso il traffico andrebbe immediatamente in tilt. Fino ad ora è intervenuta solo la Volkspartei e l'eurodeputato sudtirolese Dorfmann a protestare e a contrastare il progetto. Ma ai politici trentini non interessa questo orrore? Nessuno che dica niente, e sì che siamo in piena campagna elettorale e fra meno di dieci giorni si vota.
Angelo Zamboni

 


Contro il transito dei maxi-tir, i cosiddetti gigaliner, attraverso le regioni dell'arco alpino finora si sono mobilitati europarlamentari tirolesi (come Eva Lichtenberger dei Verdi o Richard Seeber dell'Oevp) e il sudtirolese Dorfmann. Nulla è stato fatto da parte di politici ed europarlamentari italiani, quasi che la cosa non interessasse il nostro Paese.
Qualche anno fa vi è stato un pronunciamento contrario da parte dei governatori delle regioni di Arge Alp, ma poi non se ne è fatto più nulla. Attualmente i gigaliner in Europa transitano soltanto in Scandinavia. Consentire il transito anche nel resto dell'Europa, come si propone la Commissione di Bruxelles, significherebbe dover ripensare l'A22, allargarne le corsie, costruire enormi piazzole di sosta, ampliare i parcheggi esistenti, adeguare gli impianti di sicurezza, con costi enormi e pericoli incombenti sugli automobilisti che transitano sull'Autobrennero. Senza dimenticare i rischi per scarsa visibilità che si moltiplicherebbero per i milioni di viaggiatori dell'A22, l'allungamento dei tempi di sorpasso, l'accentuarsi delle probabilità di incidenti.
Un innalzamento del carico assiale massimo per gli autocarri di solo 1,5 tonnellate o del 15% significherebbe, sulla base di studi internazionali, un incremento del 75% dell'usura stradale, con un maggiore logoramento dell'asfalto, delle travi di supporto dei ponti e degli impianti di sicurezza.
Per bloccare il passaggio dei maxitir in tutta l'area alpina è necessario un forte coinvolgimento politico delle aree interessate, ed una mobilitazione dell'opinione pubblica.
Purtroppo in Trentino il dibattito politico attuale e la campagna elettorale sembrano viaggiare raso terra, tra polemicucce di giornata e promesse di piccolo cabotaggio, senza un colpo d'ali ed una visione più complessiva e regionale dei problemi.
Eppure questa è una delle tante questioni cruciali del nostro territorio, della vivibilità e della mobilità delle regioni alpine. Il via libera ai mega camion sarebbe incompatibile con l'obiettivo di trasferire il traffico di merci dalla strada alla rotaia e rappresenterebbe pure una violazione del protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi.
È troppo confidare che fra gli 800 candidati ad un seggio del consiglio provinciale di Trento, ci sia qualcuno che si faccia carico della questione?
O dobbiamo anche stavolta confidare che siano i sudtirolesi a preoccuparsi di noi e del futuro del nostro territorio?
 p.giovanetti@ladige.it
  Twitter: @direttoreladige

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