Giovani, lavoro e imprenditività
Caro direttore, trovare lavoro per un giovane è sempre più difficile e spesso può subentrare lo scoraggiamento. Per questo voglio segnalare a tutti i giovani interessati l'incontro che si svolgerà il 7 novembre (questa sera, ndr) a Villa Nicolli a Riva del Garda all'interno del progetto «Giovani in Movimento». L'incontro promosso dalla Cassa rurale di Ledro e dalla Comunità Alto Garda fa parte di un ciclo a cui ho partecipato e che è risultato veramente interessante.
Il mondo del lavoro, la crisi e il contesto globale stanno modificando velocemente strutture e idee che sembravano immutabili fino a pochi anni fa: basti pensare a formule di contratto che stanno sparendo o a interi settori economici assediati dalle dinamiche di un mondo in continuo movimento e che non si concepisce più come territoriale ma come internazionale. Si va sempre più verso la costruzione individuale della propria professionalità anziché la semplice copertura di un posto di lavoro con mansioni rigorosamente definite da qualcun altro. Le nuove generazioni stanno crescendo con un tasso di scolarizzazione sempre più elevato, ma non più per abbracciare l'ormai tramontato mito dei percorsi lineari, che non esiste più nella realtà (ad esempio faccio giurisprudenza e finisco per forza a fare l'avvocato), quanto piuttosto per acquisire la flessibilità e apertura mentale sufficiente a diventare attore, interprete originale di un ruolo e non più soltanto replicatore di un lavoro.
Il tema del futuro quindi non sono più soltanto le conoscenze tecniche, le cosiddette «competenze hard», che ci offrono una base solida ma per questo anche rigida. Sempre di più contano altre qualità più trasversali, le «soft skills», quali la creatività, il problem solving, la capacità quasi liquida di andare ad occupare «interstizi» di lavoro che si creano, l'abilità di combinare competenze che provengono da campi diversi per creare un qualcosa di nuovo. Questa è il vero significato dell'innovazione, non il semplicistico quanto improbabile colpo di genio fulminante che capita ad una
Il tema del giorno riguardava l'«imprenditività» giovanile.. Imprenditività che non significa strettamente imprenditorialità. L'imprenditività è uno stile di vita proattivo, alla ricerca, è la capacità e soprattutto la volontà di muoversi in prima persona, lanciarsi, esplorare, senza adagiarsi o aspettare che le cose arrivino da sole.
Ho imparato che bisogna smetterla di lamentarsi del mondo che non funziona, ma prenderne invece atto e cercare di proporsi per intercettare le nuove esigenze. E il modo più efficace e produttivo è quello di lasciarsi guidare dalle proprie passioni, per trovare una applicazione lavorativa che sia al tempo stesso un business e un fuoco auto-alimentante. Perché solo l'entusiasmo permette di mettere rispetto agli altri quel qualcosa in più nelle cose che si fanno, di continuare ad apprendere per migliorarsi costantemente lungo tutta la vita, di avere un valore aggiunto da spendere nel mondo (e nel mondo del lavoro).
E soprattutto mai scoraggiarsi, tema che sarà al centro del confronto di giovedì sera.
Walter Cis
La sintesi fatta in questa lettera dimostra che sono proprio i giovani, cioè i diretti interessati, ad aver capito prima e molto meglio degli adulti i cambiamenti avvenuti nella società e nel mondo del lavoro. Affermare in maniera astratta il «diritto del lavoro» non serve a nulla se non si creano occasioni di lavoro, se non ci si attiva per intercettare lavoro, se non si sviluppano capacità altre, se non ci si adegua a esigenze, tempistiche abilità nuove rispetto al passato, e rispetto alla codificazione classica del contratto a tempo indeterminato, garantito per tutta la vita.
Ben vengano quindi occasioni di riflessioni come quelle offerte dal Piano Giovani dell'Alto Garda e Ledro, e sostenute dalla Cassa rurale. Starà ai giovani cambiare in meglio una società bloccata, immobile e garantita solo per chi è già garantito, lasciata in eredità dalle generazioni precedenti.
p.giovanetti@ladige.it
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