Volley, perché così poca visibilità?
In uno dei commenti al blog mi è stato chiesto di affrontare il tema della visibilità della pallavolo sui media nazionali. Partiamo dal presupposto che affrontare questo argomento non è per nulla facile: non si può dire che il volley nazionale non abbia seguito mediatico, se rapportato ad altri sport e se consideriamo che siamo in un paese “calcio-centrico”, però è anche vero che con le potenzialità offerte dai nuovi media si potrebbe fare molto, ma molto, di più.
Proviamo ad analizzare i diversi mezzi di comunicazione partendo da quelli tradizionali. I quotidiani nazionali ad esempio non danno grande risalto a questo sport, ma è molto più facile trovare approfondimenti, articoli, interviste sulle testate locali. Forse perché la realtà pallavolistica è molto più orientata al territorio di appartenenza, come dimostrano anche gli sponsor delle diverse squadre per la maggior parte provenienti dal tessuto imprenditoriale locale.
In radio, sempre a livello nazionale, il volley è quasi inesistente: nei notiziari sportivi si fa a malapena qualche accenno ai risultati più importanti. Una realtà nuova che da pochi anni opera a stretto contatto con il mondo della pallavolo lombarda, ma soprattutto sul web, è Volley Sport Channel: si tratta di una radio interamente dedicata al mondo del volley, con approfondimenti, dirette, interviste e musica. Ovviamente poi, come nel caso della carta stampata, a livello locale le diverse radio dedicano molto più spazio alla pallavolo, comprese le telecronache in diretta dei diversi match della squadra locale.
Arriviamo alla televisione. Sono finiti i bei tempi di Sky e del suo budget maggiore che permetteva un livello qualitativo assai superiore rispetto a quello offerto da mamma Rai: parliamo di dirette televisive con commenti tecnici coadiuvati da spiegazioni grafiche, di interviste durante la partita ai giocatori in panchina, di un coinvolgimento e di una spettacolarizzazione dell’evento sportivo ben maggiore rispetto a quella cui siamo abituati oggi.
Il punto sta che il volley, come acutamente suggerito nel commento che mi ha dato lo spunto per l’articolo, dovrebbe puntare molto di più sul web e sull’interattività. A conti fatti, come in molte altre realtà, vi sono squadre che sfruttano maggiormente le potenzialità della piattaforma rispetto ad altre.
Verona e Trento ad esempio sono due compagini che puntano molto sul coinvolgimento del pubblico tramite social network, video su Youtube, hashtag appositi su Twitter e Facebook. Insomma non si può dire che non ci si stia provando. Di web 2.0 si parla anche quando si parla delle piattaforme video di Sportube o LaolaTV che trasmettono in diretta, rispettivamente, una partita di campionato non coperta dal servizio settimanale della Rai o gli eventi internazionali. Certo che, anche qua, la qualità non è sicuramente eccelsa.
Per quanto riguarda i classici portali web c’è Volleyball.it, testata di riferimento del mondo pallavolistico, spesso preferita anche al sito ufficiale di Legavolley e, citando un caso ancora una volta locale, il ben aggiornato sito curato da Sportrentino.
Il punto sta nel fatto che bisogna cercare di “osare” di più: tentare un coinvolgimento del grande pubblico a partire dalla spettacolarizzazione dei diversi eventi “in stile americano o calcistico”. Soluzioni di tal genere includono il potenziamento degli attuali portali online, oltre ad una sempre maggior integrazione con il lato mobile: siccome la pallavolo è uno sport dove le statistiche contano molto, perché ad esempio non realizzare un’app che permetta al palazzetto, in tempo reale, di vedere le statistiche del match collegandosi direttamente agli scout realizzati sul momento dagli scoutman?
Per quanto riguarda la diffusione televisiva, bisognerebbe migliorare la qualità degli streaming oltre alla quantità. Realizzare ad esempio una piattaforma di webTV dove vengano trasmesse le partite che non vengono seguite dai canali RAI, magari supportata da sponsor ad-hoc, potrebbe essere una soluzione. Insomma, le soluzioni offerte dalle nuove piattaforme informatiche sono molteplici: basta, con un po’ di fantasia, e magari carpendo qualche idea da modelli che già funzionano, applicare queste conoscenze al volley. Perché c’è bisogno di un seguito sempre maggiore per questo nostro sport, che ha necessità di pubblico, sponsor e nuovi introiti per funzionare al meglio.