Ogni mattina è Natale al Punto d’Incontro
La porta si apre proprio sul marciapiede, dove i pedoni ti urtano e gli autobus ti sfiorano. Bellezza di quella porta aperta nel cuore della città. Se hai perso tutto, la casa, il lavoro, la famiglia e magari anche il rispetto di te stesso, tu sai che se entri da quella porta trovi una mano tesa. Un saluto e un tè caldo. Trovi qualcuno che ti ascolta e non ti giudica. Trovi una doccia e un pasto, e tanti come te, buttati a terra dalla vita o semplicemente in attesa. In attesa. Mesi a volte anni in attesa.
Di che cosa? Della vita, la vita normale che hanno sognato quando sono partiti dal loro paese lontano. Rischiando anche la vita, ma solo per trovarla una vita. Sei stanco, hai dormito ai giardini, o alla stazione, o nella fabbrica abbandonata. Dormito? Adesso puoi un po’ riposare davvero. Sai che potrai sederti e appoggiare le braccia e il capo sul tavolino. Chiudere gli occhi. Intorno a te vanno e vengono. Hanno acceso la tv, qualcuno gioca a carte. Altri chiacchierano. Altri siedono e guardano. Qualcuno esce sul marciapiede e si fuma una sigaretta.
La sala di accoglienza del Punto d’incontro è sempre affollata, specialmente al mattino. Specialmente d’inverno. Bellezza di quella porta aperta in via Travai al mattino, dopo una notte passata fuori, quando è freddo, quando piove, quando hai trovato tutte le porte chiuse. Quella porta che si apre è come un angelico squillo di tromba. A quel richiamo il popolo dei più poveri arriva alla spicciolata dai vari angoli della città. Come pastori alla grotta di Betlemme. Ciascuno col proprio fagotto di poche cose e di speranza.
Ogni mattina è Natale al Punto d’Incontro. Buon Natale.