La questione morale fa esplodere la politica. Ancora una volta
La questione morale fa esplodere la politica
La questione morale, esplosa nuovamente con l’arresto del supermanager Ercole Incalza nell’ambito dell’inchiesta sulle grandi opere, desta grande preoccupazione a palazzo Chigi. Non solo perchè nel mirino della magistratura sono finiti i lavori dell’Expo e della Tav, con un nugolo di indagati e quattro arresti, ma per la bufera che ha investito il ministro Maurizio Lupi e che sfiora anche il viceministro Riccardo Nencini.
L’imbarazzo del governo è palpabile. Alla richiesta di fare chiarezza e di riferire presto in Parlamento, avanzata dalle opposizioni ma anche dal democratico Walter Verini, si preferisce per ora rimandare implicitamente il compito al ministro delle Infrastrutture, il quale parla di Incalza come di uno dei tecnici più autorevoli a livello internazionale e nega di aver mai chiesto favori per il figlio (il cui nome è finito nelle carte dell’inchiesta). Eppure è difficile pensare che la tempesta possa essere fronteggiata con il low profile: la denuncia di Antonio Di Pietro, che ricorda di aver rimosso Incalza dai suoi incarichi appena approdato da ministro ai Lavori pubblici proprio perché al centro di un sistema di potere che era meglio non lasciare in piedi, è molto chiara e lascia poco spazio alle interpretazioni.
La bomba esplode nel momento più delicato per il Nuovo centrodestra, impegnato in una campagna per gettare le basi di un laboratorio neocentrista insieme a Flavio Tosi. Il sindaco di Verona ha fatto sapere che per ora lavorerà alle liste civiche in Veneto: per le alleanze si vedrà in seguito, quando sarà chiaro anche quanti parlamentari seguiranno la sua nuova avventura (dovrebbero essere sette o otto tra Camera e Senato).
Lupi ha ribadito che l’obiettivo del Ncd è allearsi con Tosi per fare una «sorpresa» a Matteo Salvini in Veneto. Ma l’improvvisa cautela del sindaco scaligero la dice lunga sul nervosismo che serpeggia al centro. Il premier certo non intende finire sotto il bombardamento mediatico del caso Lupi perché ciò avrebbe un riflesso negativo sull’ immagine dell’esecutivo alla vigilia di elezioni amministrative che sono anche un test della sua popolarità (che i sondaggi fotografano in calo). Allo stesso tempo tutto il Nuovo centrodestra sta con il fiato sospeso, dopo aver chiesto a Silvio Berlusconi di scegliere tra un’alleanza dei moderati e la sudditanza verso la Lega «lepenista». Insomma, il «caso Lupi» pesa su tutto lo scenario e si tratterà di vedere quale sarà l’autodifesa del ministro. Sale lo sconforto più totale nel vedere che ancora una volta la politica e le inchieste giudiziarie vanno a braccetto.