Bentornato Sabo. E se il bello dovesse ancora venire?

Bentornato Sabo. E se il bello dovesse ancora venire?

di Luca Perenzoni

Gennaio è il suo mese, da sempre. Un po’ perché raccoglie quasi tutte le classiche più classiche del Circo Bianco, 3Tre a parte, un po’ perchè le gare di dicembre, per pista e calendario, gli sono spesso servite per trovare tutti gli equilibri del caso.

E non è una coincidenza se anche quest’anno Stefano Gross ha iniziato ad ingranare una volta entrati nel nuovo anno: magari non già a Santa Caterina, ma tra Adelboden e Wengen la musica è cambiata, manche dopo manche.

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Perché infilare discese convincenti anche in gara (in allenamento va forte sin dall’estate) aiuta a costruire sicurezza e fiducia: le ultime quattro manche del finanziere fassano in tal senso sono state un crescendo ed è proprio per questo che mi permetto di dire che il bello deve ancora venire.

Perché ieri a Wengen, su un pendio tutt’altro che adatto allo slalom, ma di questi tempi bisogna fare di necessità virtù, si hanno avute le prime vere avvisaglie di quello che è il vero Gross. Ed ora, nel giro di una settimana, ecco le altre due perle, quella di Kitzbuhel e soprattutto la NightRace di martedì prossimo a Schladming, lo slalom più bello dell’anno. Ed il preferito di Stefano, già vicinissimo in passato a fare il colpaccio sulla Planai. Fissate la data e tenetevi la serata libera... perché lo spettacolo della Planai merita necessariamente di essere visto, a prescindere da tutto.

Gross ha scelto il fine settimana sin qui più azzurro dell’inverno per tornare sul podio. Razzoli, Brignone, l’implacabile Chicco Pellegrino con Noeckler, le ormai «solite» biathlete con la staffetta firmata Runggaldier, Vittozzi, Oberhofer e Doro Wierer, a loro volta ormai prossime ad un altro appuntamento imperdibile, quello di Anterselva che da giovedì alzerà il sipario sulla Sudtirol Arena vestita a festa, complice l’abbondante neve caduta in settimana sulla cresta di confine.

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Che fine settimana ci aspetta, in Coppa del Mondo: Kitzbuhel, Anterselva, Cortina, le staffette del fondo a Nove Mesto.... ci sarebbe da imparare il segreto dell’ubiquità.

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Intanto però lustriamoci gli occhi per quanto visto nel week-end appena passato, che oltre a Sabo Gross ha riproposto in prima linea anche Gaia Vuerich, ottima sesta a Planica, dopo un anno e mezzo di assenza dalla prima linea. Erano invece 10 anni che l’Italia non vinceva una Team Sprint e ci hanno pensato Pellegrino-Noeckler ad imitare i due finanzieri trentini Frasnelli-Zorzi, trionfatori nel 2006: Pellegrino è a tutti gli effetti una sorta di Re Mida, basta schierarlo per vincere, tale è la superiorità di questi tempi; ma ieri a Planica 10 e lode anche per il miglior Noeckler della stagione, forse perché l’aver accanto Chicco oltre a garantire risultato, in un certo senso responsabilizza pure.

Per Federica Brignone è invece il quarto podio stagionale: bene, ma in tutta onestà, tra assenze, addii e contingenze varie, per una con il suo talento in questo inverno il podio è un po’ il minimo sindacale e l’occasione di mettere le mani sulla coppetta di specialità sarebbe da sfruttare a pieno, aumentando magari la concentrazione per evitare certi errori che alla resa dei conti rischiano di diventare carissimi. Nulla è ancora precluso alla valtellinese, ma ora è tempo di alzare l’asticella, nelle ultime tre gare.

Che dire della staffetta del biathlon... bene, anche se la gara di ieri non è stata forse la più pregnante di significati tecnici: ok per il debutto di Runggaldier, ok la conferma di Vittozzi al lancio, abbastanza bene le big. Domenica, in casa, l’esame potrebbe però essere più serio, valutando l’eventuale il recupero di Fede Sanfilippo.

E poi, sempre in tema di week-end, la Val di Fiemme ha ospitato la seconda edizione dello Ski Nordic Festival, la prima ad ospitare tutte le discipline del comparto nordico. Bello, davvero intrigante. Sicuramente da ripetere, magari incentivando ancor più l’aspetto promozionale per portare quanta più gente possibile sulla neve, a seguire da vicino le gare.

Insomma, come rimbalzato sui social network, l’Italsci ha vissuto un fine settimana da Norvegia, con vittorie e podi su ogni fronte.

A proposito di vichinghi, Svindal, Kristoffersen e Jansrud stanno facendo qualcosa di sensazionale, avendo sin qui vinto più della metà delle gare disputate. Peccato che talenti così nascano troppo spesso solo nel profondo nord. O forse, più semplicemente (a dirsi, ma non a farsi) lassù sanno come selezionarli e come farli crescere per vincere?

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