Unioni civili, gli arretrati siamo noi
Unioni civili, gli arretrati siamo noi
Le notizie delle ripetute molestie a sfondo sessuale patite da numerose donne tedesche ad opera di rifugiati hanno riempito i notiziari di tutta Europa. Alcuni paesi sono subito corsi ai ripari: Hero, la società che gestisce buona parte dei centri per rifugiati in Norvegia, ha preso di petto il problema dell’integrazione e ha organizzato dei veri e propri corsi intensivi, con particolare attenzione a temi come la parità di genere, il rapporto tra sessi e il rispetto delle donne. L’Austria distribuisce già ai propri confini un opuscolo multilingue, questo:
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È una sorta di «Bignami» del vivere civile in un moderno paese europeo. Chissà che effetto può avere nelle mani di un giovane maschio in età militare catapultato dalla periferia di Hama alla periferia di Vienna o di Oslo.
E chissà che effetto potrebbe avere se finisse in altre mani. Magari in quelle di qualche parlamentare italiano, roso da scrupoli di coscienza di fronte al disegno di legge che intende finalmente regolamentare i diritti delle coppie omosessuali, compresa la cosiddetta «stepchild adoption», cioè la possibilità di riconoscere il figlio naturale della compagna o del compagno.
Un po’ quello che era successo a una coppia molto illustre, più di duemila anni fa, secondo questa ricostruzione che sta spopolando sui social:
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Dunque, veniamo al punto. I punti basilari del vivere civile ricordati nel suddetto volantino, per una più rapida comprensione, sono stati anche riprodotti con delle vignette. Una di queste mette sui due piatti di una bilancia da un lato le credenze religiose, dall’altro le leggi di uno stato:
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Spiegando, nella didascalia plurilingue, che le leggi dello Stato prevalgono sulle convinzioni religiose e che in Austria non sono i precetti religiosi a orientare le scelte dell'autorità pubblica. In Austria. E in Italia?
Ecco, di fronte a quanto sta succedendo in Italia (ieri si è scomodato pure sua eminenza il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei...), forse non sarebbe male distribuire anche in un paio di palazzi romani quei volantini. Per l’Austria sono «Grundregeln», «basic rules»; per l’Italia sono «distrazioni gravi e irresponsabili», per dirla con le parole di sua eminenza.
Mandateci quei volantini, ne abbiamo bisogno!