Il bar si trasforma in teatro: nuove frontiere della cultura
Il bar si trasforma in teatro
Può apparire banale, ma quando si parla di cultura e della scarsa considerazione che in Italia possiede questo argomento è necessario tornare alle parole dell'allora Ministro dell'Economia Giulio Tremonti che, nel 2010 nel cuore della grande crisi economica, si esprimeva in termini tanto caustici quanto superficiali.
"Di cultura non si mangia" - diceva, e non contento aggiungeva - "Di cultura non si vive, vado alla buvette a farmi un panino alla cultura, e comincio dalla Divina Commedia." A qualche anni di distanza possiamo dire che l'approccio non sia del tutto cambiato, con una difficoltà certamente radicata nella società di riconoscere il valore generativo degli investimenti in cultura. C'è sempre ovviamente qualcosa di più urgente e rilevante su cui puntare risorse sempre più ridotte.
Eppure accade che proprio la cultura nelle sue molteplici forme, e comunque sempre legata allo sviluppo di relazioni e a processi di cambiamento sociale, diventi il vero motore della riqualificazione urbana, di un modo altro di immaginare l'utilizzo dello spazio pubblico, di realizzazione dei sogni delle giovani generazioni. Non siamo di fronte a casi sporadici, a un numero limitato di pratiche che stanno ai margini del dibattito pubblico ma a un nascente modello di sviluppo, attento ai temi della sostenibilità e alla valorizzazione delle specificità territoriali, al recupero delle tradizioni e all'attivazione di nuove opportunità imprenditoriali e professionali. Alla faccia di Tremonti.
Tournée da Bar è una start up culturale che porta il teatro in luoghi della quotidianità, non teatrali, dove l’atto della rappresentazione e della narrazione risulta inatteso, sorprendente e popolare nel senso più schietto e profondo del termine: un atto di comunione d’arte tra persone facenti parte di una stessa comunità.
Il contesto teatrale attuale è, come si suol dire, in crisi: vive da circa un quarantennio una fase di crescenti difficoltà, tra tutte quella di intercettare ampie fasce di popolazione. In termini tecnici si può sostenere che la fruizione teatrale tradizionale ha delle soglie d’accesso - costo, orario, impegno e concentrazione richiesti per la fruizione - molto elevate, con l’evidente effetto di allontanare gli spettatori potenziali - ovvero le persone che non vanno a teatro ma potrebbero andarci - anziché avvicinarli.
Tournée da Bar - progetto vincitore del premio CheFare nel 2015 - si inserisce all’interno di questo contesto e, come scrive Oliviero Ponte di Pino in Milano. Tutto il teatro, tenta “la mossa del cavallo”, ovvero salta le difficoltà per cercare un altro punto di vista e un altro modus operandi che anziché semplicemente resistere alle difficoltà tenti di creare nuove possibilità e di concretizzare le potenzialità inespresse.
In termini tecnici la nostra azione di audience development mira ad abbassare, se non abbattere, le soglie d’accesso alla fruizione teatrale, con l’obiettivo di riconnettere il tessuto sociale con l’offerta teatrale, così che sempre più spettatori potenziali diventino spettatori assidui.
In termini artistici - che preferiamo - noi andiamo alla ricerca delle persone per raccontare loro delle storie, e cerchiamo uno spiraglio, una possibilità che il nostro amatissimo teatro italiano possa curare la sua inesauribile nostalgia grazie ad un pubblico che gli restituisca quel senso e quella necessità umana e sociale che a volte può apparire fragile e che nei teatri, oggi, fatichiamo spesso a trovare.
Riccardo Mallus - responsabile artistico di Tournée da Bar