Il commentatore di Facebook non sbaglia mai
Il commentatore di Facebook non sbaglia mai
Il commentatore di Facebook è perfetto. Il Dio della rete lo ha fatto a sua immagine e somiglianza.
Il commentatore di Facebook non sbaglia mai, non dice bugie, non getta cartacce o mozziconi a terra; non salta la fila, non parcheggia in divieto di sosta, non passa con il giallo, non fa il furbetto, non dice parolacce (semmai le scrive, e parecchie), non si dà mai malato, non cazzeggia al lavoro, fa sempre il suo dovere e anche di più; ha la schiena dritta, non arretra di fronte a nulla, combatte le ingiustizie a sprezzo del pericolo; se fosse al fronte, sarebbe sempre in prima fila, volontario entusiasta per tutte le missioni senza speranza.
Il commentatore di Facebook non frequenta i social in orario di lavoro, è tutto d’un pezzo, non si abbandona a quelle piccole vigliaccherie quotidiane che sono così umane; a scuola non ha mai copiato, non ha mai bigiato, non ha mai preso in giro i compagni; si prende sempre le sue responsabilità, non supera i limiti di velocità, e, probabilmente, non commette atti impuri.
Il commentatore di Facebook fa una raccolta differenziata perfetta.
Per questo il commentatore di Facebook massacra il giornalista se scappa un refuso perché sa la grammatica meglio di un accademico della Crusca; massacra il giornale se non fa le inchieste da premio Pulitzer, perché legge solo le suddette inchieste e saggi di filosofia politica; massacra gli altri lettori se osano contraddirlo, massacra i politici perché sono politici; massacra gli imprenditori se fanno soldi e quindi assumono o se perdono soldi e quindi licenziano; massacra i sindacalisti perché sono parassiti; massacra gli amministratori perché sono tutti ladri; massacra i medici perché la sanità fa schifo.
Il commentatore di Facebook massacra, soprattutto, la Boldrini, perché è colpa sua se orde di migranti assediano le nostre case, stuprano le nostre donne, rubano il nostro lavoro. E pazienza se «la presidenta» non ha alcun ruolo di governo e la legge sull’immigrazione si chiama Bossi-Fini.
Il commentatore di Facebook sa tutto, è preparato su tutto, non teme nulla. E te lo spiega: «Non è difficile, basta digitare in Google...».
Il commentatore di Facebook non è ignorante, perché c’è Wikipedia e perché ha studiato «all’università della vita», o «della strada», o «dell’esperienza».
Il commentatore di Facebook è buono «ma non buonista»; sarebbe pronto a sacrificare tutto se stesso a una giusta causa ma odia chi lo fa per davvero: «ci sarebbe ben altro da fare», «ci sarebbero ben altri da aiutare», «sono ben altri i problemi della gente».
Il commentatore Facebook passa la giornata ad aiutare i «nostri» anziani, i «nostri» poveri, i «nostri» animali, i «nostri» bisognosi, i «nostri» disoccupati.
Il commentatore di Facebook, quando fa tutte queste cose, non lo dice, perché «si fanno in silenzio e senza pubblicità».
Il commentatore Facebook ha scarsissimo senso dell’ironia.