La pace va costruita ogni giorno
La pace va costruita ogni giorno
«L a decisione è una persona in atto? che risponde: Presente!, ad un appello del mondo e che si impegna nella vita con la sua risposta». Mi piace ambientare la domenica delle Palme con questa incisiva citazione tratta dagli scritti di Emmanuel Mounier, perché sa darci il sapore dell'evento da vivere come una scelta. Come una chiamata ad entrare nel vissuto della storia. Un appello che coinvolge Gesù ma che chiede anche a noi, oggi, di schierarsi. Con lo sguardo anche alla politica, in un momento così delicato.Quei rami di ulivo che terremo in mano sono infatti un triplice appello: una chiamata alla pace, un memoriale del creato ed un invito all'umiltà che ci viene insegnata dall'asinello cavalcato da Gesù, mentre entra in Gerusalemme, acclamato dai giovani.
La pace è sempre artigianale. Va costruita con responsabilità, quotidiana e fedele. Ma anche con entusiasmo, giorno per giorno. Già nell'invito odierno a portare quel ramoscello di ulivo a tutti. Anche agli amici perduti, ai nemici che ci hanno ferito, ai vicini di casa scoccianti, ai colleghi che ci invidiano e ai parenti con cui siamo litigati. Un sorriso apre sempre porte nuove. Riconcilia, rasserena, scioglie.
È poi sempre bello sentire che a far festa a Gesù, nel suo ingresso a Gerusalemme, sono proprio i giovani. Ne è oggi la giornata mondiale. Uno sguardo al loro cuore e alle loro attese, per asciugarne insieme le lacrime nascoste sui loro volti. Infatti, si sta svolgendo una grande assise, in Vaticano, con grande eco mediatica. Perché sono ben 305 i giovani, da tutto il mondo, di ogni mestiere, anche atei o di altre religioni. Davanti a loro, il cuore nostro si interroga attorno a tre grandi domande, decisive per cogliere il tessuto del continente giovani: Chi sono? Come vivono? Cosa pensano? Poi, subito dopo, la grande finestra sul futuro: Come percepiscono i ragazzi il tema della «vocazione», cioè della ricerca della propria strada? Quella finestra che ogni genitore ed educatore vorrebbe aprire insieme con loro. Che si fa subito consegna ed impegno: Come possiamo, da adulti, accompagnare le nuove generazioni?
Possiamo forse già abbozzare una linea di risposta in questa dimensione d'amore (Fabro).
Infine, quel Gesù acclamato entra in Gerusalemme non sopra un carro armato né in carrozza di potere. Ma sopra un asinello. Cioè, nell'umiltà che si fa dialogo, incontro, ponte e non muro. È proprio la lezione per la politica, che deve fare ora i primi difficili passi nell'arte complessa ed ardua del governare. Richiede nuove regole. Se in campagna elettorale, infatti, era normale lanciare accuse o voluti confronti di opposizione, ora è vitale sedersi allo stesso tavolo. Dove nessuno sia escluso. Dove nessun faccia il furbo. Ma dove tutti sentano che il popolo li ha scelti perché siano all'altezza di «governare», proprio ascoltando il grido della gente, cioè quegli interrogativi che i giovani si sono posti. E se il parlamento, ora, è così fresco di giovani, è forse un appello ad essere presenti. Per saper dare a loro e quindi a tutta la nostra gente, quella risposta di vita che si faccia un eterno Presente! Così il ramoscello di ulivo sarà custodia di un creato rispettato ed amato, sapendo, purtroppo, che sono le guerre e il clima a provocare i ben 127 milioni di gente che vive nella fame, anche nella nostra indifferenza. Le Palme, allora, diventano festa di speranza e di vita per tutti.