Mangiare bene nei mesi di gravidanza
Mangiare bene nei mesi di gravidanza
In gravidanza non si deve mangiare per due ma due volte meglio.
La gravidanza è l’evento più importante per una donna, quantomeno dal punto di vista biologico ed è per questo che è importante arrivare a questo appuntamento pronte sia dal punto di vista fisico che nutrizionale.
Oggi a maggior ragione, dato che l’età della prima gravidanza si sta spostando sempre più dopo i trent’anni. Da un punto di vista fisiologico il periodo più fecondo per la donna va dai 15 ai 29 anni, e quando una donna affronta la prima gravidanza dopo i 29 anni viene definita «primipara attempata».
Il fatto di iniziare una gravidanza con questo relativo ritardo, aumenta la probabilità di incappare in una di quelle condizioni che spesso riducono la fertilità della donna, quali: l’ovaio policistico, l’endometriosi, che da sola è responsabile del 30-40 % di tutte le sterilità, o anche semplicemente il sovrappeso.
Situazioni che possono giovarsi di un adeguato trattamento dietetico, che sincronizzando l’attività ormonale, aumenta decisamente la fertilità della donna.
Ad esempio, non tutte sanno che l’ovaio policistico, importante causa di sterilità, è una manifestazione di iperinsulinsmo. Ovvero un’alimentazione eccessivamente ricca di zuccheri semplici determina una regolazione della glicemia, e di conseguenza dell’insulina, disarmonica che causa la formazione di uno strato fibroso all’esterno dell’ovaio, simile alla buccia di una patata, che impedisce l’ovulazione, ovvero la fuoriuscita dell’ovulo dall’ovaio.
Chi ha in programma una gravidanza deve iniziare un’integrazione di acido folico con abbondante anticipo, perché oltre a ridurre il rischio di partorire figli con difetti al sistema nervoso, secondo Rebecca Schmidt, una ricercatrice dell’Università della California, riduce del 30 % anche il rischio di avere figli autistici.
L’importanza della nutrizione della mamma in gravidanza è stata molto enfatizzata da quando una decina di anni fa si osservò che topoline portatrici di un gene particolare (Agouti) che generavano topolini con il pelo giallo che nel corso della vita diventavano obesi, se in corso di gravidanza erano trattate con acido folico, esse partorivano topolini che rimanevano magri con il pelo marron. Suscitò una grandissima sorpresa il fatto che una semplice integrazione alimentare in gravidanza potesse cambiare il colore del pelo e soprattutto il destino metabolico dei topolini.
Oggi si ribadisce sempre più l’importanza dei primi 1000 giorni di vita del bambino, iniziando a contare giorni dal momento del concepimento. La somma dei 270 giorni di vita uterina, più i 365 del primo anno di vita ed i 365 del secondo anno di vita dà appunto 1000. Il periodo più importante per il condizionamento metabolico futuro.
La madre, dapprima attraverso la placenta, ed in seguito tramite il latte, trasmette tutta una serie di fattori nutrizionali e di «informazioni» che saranno determinanti per lo sviluppo futuro dell’erede.
Evitare eccessi alimentari in gravidanza è fondamentale per non ingrassare troppo. Il giusto aumento di peso nei nove mesi di gestazione dovrebbe essere di 10-12 kg e per chi parte in sovrappeso anche meno. Oltre questi limiti tutti i chili messi in più rischiano di accumularsi sulle cosce e sui fianchi della mamma. Talvolta verso la fine della gravidanza si manifestano delle smagliature rosse che lasceranno in seguito delle antiestetiche cicatrici sull’addome che compromettono l’elasticità della cute. È bene ricordare che le smagliature si formano solo quando si ingrassa, quando cioè, in seguito ad un rapido aumento di peso, la cute si «strappa» e quando poi si dimagrisce si presenta la smagliatura biancastra. Dietro alla smagliatura c’è però un quadro ormonale particolare legato ad uno squilibrio tra cortisolo ed insulina.
La corretta alimentazione in gravidanza è fondamentale per la prevenzione del diabete gestazionale, situazione presente nel 10% circa delle gravidanze, che può portare oltre ad un eccessivo aumento di peso della gestante, anche a tutta una serie di complicanze di parto ed anche a partorire figli di peso superiore ai 4 chilogrammi. Oggi sappiamo che bambini di basso peso alla nascita o di peso eccessivo possono avere complicanze metaboliche anche da adulti.
La giusta alimentazione previene anche il rischio di sviluppare la gestosi che si caratterizza per un brusco rialzo della pressione arteriosa, ritenzione di liquidi e talvolta danno renale, soprattutto nell’ultimo trimestre di gravidanza.
In sostanza una «programmazione dietetica» prima della gravidanza, sostenuta da una giusta integrazione, e una corretta alimentazione in gravidanza e durante l’allattamento garantiscono maggior salute e benessere sia della madre che del nascituro.