Piove, anche il cielo ci dice di #stareacasa E aprire un libro
Piove, anche il cielo ci dice di #stareacasa E aprire un libro
Piove. Anche il cielo, oggi, dopo giornate in cui era forse più complicato... riuscire a non uscire ci sta aiutando a rimanere in casa. Anche se dovrebbe bastare il senso di responsabilità - che la gran parte di tutti noi sta mostrando - a fronte di dati sempre più drammatici ed un picco che ancora deve arrivare. I libri, come sempre, ci aiutano. A non annoiarci tra le mura domestiche, a rendere piacevoli queste giornate. A cercare di allontanare un po' la mente dal peso dell'attualità e rigenerarla.
Oggi ci aiuta - alla grande - Lisa Orlandi della Piccola Libreria di Levico Terme. Che oltre a raccontarci cosa sta leggendo ("La natura è innocente. Due vite quasi vere" di Walter Siti, Rizzoli, 348 pagine) , ci propone altri volumi, in un piccolo viaggio tra i testi del momento in casa sua.
Per voi, l'invito è sempre quello di dirci e mostrarci cosa state leggendo commentando il post di questo blog sulla pagina Facebook dell'Adige.
«In questo momento, sto leggendo un saggio estremamente interessante, è la lettura del primo mattino, a mente fresca, in attesa della rassegna stampa in radio. È "Pensare l’infosfera", del super filosofo Luciano Floridi pubblicato per Cortina Editore. Poi, con mia figlia Mariachiara, tra una lezione smart e l’altra, abbiamo scherzosamente ragionato sul carico mentale che le donne si portano a casa partendo dallo strepitoso "Bastava chiedere. Dieci storie di femminismo quotidiano" della fumettista, ingegnera informatica francese Emma, pubblicato da Laterza.
E in questi ultimi giorni tanta poesia, ché i poeti sentono profondamente e ci vengono in soccorso: mi guardano due volumi, "Assetto di Volo" di Pierluigi Cappello (Crocetti editore) e le poesie di Lalla Romano (Einaudi). Apriamo quasi a caso e leggiamo: più veloce di un tweet e l’effetto è molto più duraturo. Ma da ieri pomeriggio, ammetto, sono incollata al nuovo romanzo di Walter Siti, “La natura è innocente. Due vite quasi vere”, trecentoquarantotto pagine che mi stanno incalzando senza tregua. Quello che ci voleva in questi giorni».
Anche a te, come a tutti i nostri ospiti, chiediamo dove leggi solitamente, in casa.
«Leggo ovunque. Amaca o in giardino con la bella stagione, a letto, sul divano. In bagno! Si può dire in bagno, si?»
Direi proprio di sì, penso che sia uno dei luoghi di lettura più gettonati. Soprattutto in questi giorni in cui in casa si è in tanti e solo un bagno regala qualche giusta... tregua. A che punto sei? Perché l’hai scelto?
«Mi mancano poco meno di un centinaio di pagine, ma confesso che ho letto subito l’epilogo. Tanto con Siti mica è questione di trama. E’ riconosciuto come uno dei più celebrati autori italiani viventi (se vi capita, leggete anche il libro-intervista scritto con lo scrittore Michele Mari “Scuola di demoni”); E’ un libro che aspettavo con ingordigia: niente letteratura levigata, rassicurante, nessuna realtà addomesticata (altrimenti qua non si avanza di un metro – a proposito di distanze…). Mi sembra un ottimo romanzo contemporaneo, lo sedimenterò meglio quando lo avrò terminato: certamente contemporaneo ma non attuale. Insomma un libro dallo strascico lungo. Io li chiamo così».
Hai già iniziato a dirci qualcosa, ma raccontaci un po’ di più del “tuo” libro.
«Siti ha scritto una “autobiografia bifida e appaltata” – sua esplicita definizione - partendo da due fatti di cronaca estremi. Racconta la vita vera con tanto di nome e cognome di due persone che hanno più o meno la mia età (poco più di quarant’anni, poco meno di cinquanta). Filippo, siciliano, ha ammazzato la madre vent’anni fa per gelosia. Sta scontando la pena e l’autore lo rintraccia grazie all’attrice Valeria Golino, ai cui meravigliosi occhi, tra l’altro, intesta l’incipit del romanzo. Il secondo è Ruggero, ex attore porno che insegna matematica a La Sapienza di Roma, vedovo di un ricco principe. E’ tutto vero, è tutto artefatto, le storie dei due sono montate e smontate con la sapienza che gli conosciamo e riconosciamo. Siti racconta il matricida e l’arrampicatore sociale, ringrazia pubblicamente in esergo i suoi “amici stuntmen”: due storie italiane. L’epilogo, chiamarlo making of mi sembra proprio inappropriato, è succulento e sprofonda nella autobiografia dell’autore, proprio “nel punto in cui dà più fastidio».
Regalaci un passo che ti ha particolarmente colpito.
«Ce ne sono molti, non c’è una pagina che contenga una frase sciatta, un pensiero gratuito. A me Siti piace moltissimo, ma so che non sono di parte. Eccone comunque un paio».
«Ma non basterà, il peccato di supervivere li perseguita; se finora le varie specie sulla Terra sono durate in media dieci milioni di anni, noi no, ancora otto milioni non li reggiamo – largo ad altre specie, ad altri grumi di speranze e di energia.»
«Forse perché la vita cominci davvero, serve un fatto esterno che la invada e la inquini come il casuale granello di sabbia invade il cuore dell’ostrica – ogni giorno ovviamente si reagisce a fatti esterni, ma di solito li si incamera nella bolla che ci siamo costruiti e che siamo avvezzi a considerare il nostro “io”. A un istante decisivo, invece, uno di questi fatti lievita, diventa sproporzionato rispetto al resto; quel fatto anomalo e mutante, nella maggior parte dei casi, contiene un’azione che abbiamo contemporaneamente voluto e disvoluto: proprio per questa sua natura ibrida noi permettiamo che percorra senza ostacoli un buon tratto di quella strada che esisteva dentro di noi e che non conoscevamo. Quando infine ce ne rendiamo conto (come quei personaggi dei fumetti che camminano incoscienti nel vuoto e precipitano solo se guardano in giù) vorremmo tornare indietro ma è troppo tardi: il destino ha ormai un altro volto, il percorso non è più reversibile e il luogo straniante in cui ci troviamo è la nostra vita definitiva – la nostra guerra e il nostro trattato di pace, il sistema cristallizzato – insomma la nostra vita adulta, responsabile, alienata».
Hai già scelto il prossimo libro, quando finirai “La natura è innocente”?
«Ho solo l’imbarazzo della scelta. Sono uscite novità molto interessanti e su queste indirizzerò le mie energie, è un tempo mutato ma non vuoto. I nostri lettori ci chiedono consigli e quando La Piccola Libreria rialzerà la serranda saremo pronti. In pole position c’è “Terrapiena” della bravissima scrittrice Carola Susani, il secondo volume di una trilogia edita dai tipi di Minimum Fax».