In casa risuona l’appello del nido
In casa risuona l’appello del nido
«Presente!» Luciano inizia la giornata con l’appello. Insieme a lui, rispondono uno per uno i bambini della sezione delle Bolle di sapone.
Da qualche giorno anche la scuola materna ha attivato la didattica a distanza. L’aula virtuale è il gruppo WhatsApp dei genitori. A turno, le maestre mandano brevi video di saluto ai bambini (vanno fortissimo i filmati dei gatti Teo e Lucy) ma anche filastrocche, giochi, piccole attività. Nel progetto sono coinvolte sia le insegnanti di sezione sia quelle del posticipo: anche gli under 6 ritrovano la routine e la presenza della scuola.
Passata l’euforia dei primi giorni, quando correva per casa inneggiando alla chiusura (temo che i vicini ricordino ancora le sue urla di giubilo), Luciano iniziava a sentire la mancanza dell’asilo, e quindi apprezza moltissimo. L’unico problema è che non ha un grande senso della misura: la canzoncina dell’appello, con la voce della maestra, risuona in casa nostra un centinaio di volte al giorno. Mio figlio si unisce ogni volta a volume sempre maggiore, e io mi domando come faccia un bimbo alto un metro ad esibirsi con voce da tenore: «Ma guarda un po’ che bello, cantiamo il nostro appello… Diciamo forte il nome di tutte le persone!» ripete Luciano. Sentito il ritornello della maestra, ogni bambino risponde con una nota vocale di qualche secondo in cui pronuncia il proprio nome e aggiunge il fatidico: «Presente!».
Abbiamo sentito i nomi dei compagni di classe di Luciano così tante volte che tutta la famiglia adesso è in grado di recitare l’elenco in ordine alfabetico. La giornata casalinga di mio figlio ha quindi ben due momenti di splendore: l’appello del mattino (che si estende in loop a tutta la giornata) e l’uscita ai cassonetti della spazzatura insieme alla mamma. Prima del Coronavirus lasciavamo che i bidoncini si riempissero fino a straripare prima di prenderci il disturbo di andare all’isola ecologica. Ora sono sempre vuoti, visto che ogni singola bottiglia è una scusa buona per mettere il naso fuori dal cancelletto del giardino.
Nel frattempo, le maestre di Silvia mandano ogni venerdì la lista delle attività per tutta la settimana, corredata da tabella oraria che scandisce il ritmo dei compiti. Dettato il giovedì; storia martedì e venerdì; inglese lunedì, martedì e venerdì. Due giorni fa siamo diventate matte per scaricare da un sito didattico la lettura sulla festa di San Patrizio, patrono d’Irlanda. Nelle ultime settimane penso di essermi registrata più o meno a tutte le piattaforme del mondo, come insegnante o come genitore, il che aggiunge alla mia vita numerose password, come se non bastassero quelle che avevo già. Regolarmente le dimentico e devo effettuare una nuova registrazione, operazione non sempre rapidissima.
Caterina segue più o meno tante videolezioni quante io ne tengo. Il computer portatile è stabilmente in camera sua; perfino l’allenatore di judo ha iniziato a postare video di allenamento e quindi la cameretta diventa aula, sala di musica o palestra, secondo un orario simile a quello della vita vera, che manca così tanto a tutti noi. Resistiamo, e nel frattempo ripetiamo i nomi dei bambini delle Bolle di sapone. Saranno cresciuti, quando li rivedremo di nuovo in altalena al parco.