Se i contagi tornano a salire
Se i contagi tornano a salire
Sarà stata anche una dittatura travestita da (oggettiva) emergenza sanitaria, quella che abbiamo vissuto fino a qualche giorno fa. Ma di questo passo rischieremo di rimpiangere le continue apparizioni del presidente Giuseppe Conte e i giorni nei quali ci “invitava” - di fatto senza alternative - a stare a casa.
La verità è che ci siamo messi il costume e tolti la mascherina. E al gel preferiamo palesemente la crema solare. Dalla paura all’euforia (ma chiamiamola pure incoscienza) in venti secondi.
«La libertà - ci ha ricordato anche venerdì il presidente della Repubblica Mattarella - non è fare ammalare gli altri». Parole legate al preoccupante ritorno dei contagi, all’indice di sicurezza superato in ben sette regioni, allo spuntare di nuovi focolai. Parole, soprattutto, arrivate dopo che molti di noi hanno (autonomamente) deciso che iniziava, in ogni senso, la stagione del «liberi tutti».
I virologi - star a reti unificate della primavera - sono scomparsi, i dati dei comitati scientifici pure. Siamo passati dall’eccesso di comunicazione ad una sostanziale assenza di notizie precise su quella che infatti già viene definita la pandemia segreta.
Ora persino i treni dicono basta al distanziamento. E ci sono luoghi - penso che ognuno di noi l’abbia sperimentato - in cui ti viene detto che lavarsi le mani e indossare la mascherina non serve più. Paese ed economia dovevano ripartire. Ma la fretta non aiutava prima e non aiuta ora. L’autunno già s’annuncia caldo per questa crisi che ha messo in ginocchio, oltre alla nostra salute e al nostro stato d’animo, pezzi importanti del nostro Paese. Ci manca solo che si debba richiudere tutto per colpa, non del governo, ma dei nostri comportamenti, del nostro desiderio di libertà sbattuto in faccia a regole che fino a ieri ci hanno aiutato, protetto e in alcuni casi salvato. Vi basti un dato: in tre mesi, a dispetto dei contagi che tornano a volare, non s’è dimezzato solo l’acquisto di mascherine, ma anche quello di gel. Resse e assembramenti sono diventati la normalità. Non solo in spiaggia. Anche dalle nostre parti. E se qualcuno invita a fare attenzione, viene mandato regolarmente a quel paese. Senza considerare che in molti degli Stati che sono di fatto i nostri vicini di casa si viaggia al ritmo di mille contagi al giorno. Allarmano le notizie che arrivano da Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna, Romania...
Per un’esasperazione colpevolmente cavalcata da una certa politica, i negazionisti stanno più o meno velocemente soppiantando gli scienziati. E il primo Bocelli che passa diventa un esperto. Il vaccino è ancora lontano. Inizia l’esodo. E c’è da mettersi le mani nei capelli.