L’editoriale: come farsi male da soli
Il presidente della Provincia Fugatti sembra già lanciato verso un secondo mandato, ma se il centrodestra non si ricompatterà, la disfatta, per lui, sarà quasi certa
Dal Paese in perenne campagna elettorale arriva il solito segnale: uniti si vince. E il centrodestra l'ha dimostrato. Il Pd, dal canto suo, resiste, ma del campo largo non c'è quasi traccia. Il vecchio adagio (l'unione fa la forza) non è così chiaro per la politica. Gli esempi infatti non mancano. Prendete Verona: il sindaco uscente di centrodestra Federico Sboarina è disposto a perdere la sfida con Damiano Tommasi (vincitore al primo turno, grazie a un centrosinistra coeso) pur di non allearsi con l'ex sindaco Flavio Tosi (al tempo sostenuto da un centrodestra unito e oggi nuovo adepto di Forza Italia). Come farsi male da soli.
Prendete, a livello nazionale (ma anche in Trentino non si scherza) il Movimento 5stelle, che - battuta facile - si trova al centro dell'ennesima resa dei... Conte. L'ex presidente del consiglio e attuale leader (poco riconosciuto) del Movimento sembra il re travicello descritto dal Giusti nel 1841. Il ministro Di Maio - che pare invece la fata smemorina, considerato che scorda su cosa il Movimento abbia costruito i suoi più grandi trionfi - improvvisamente dice «no al partito dell'odio» e si chiede come si possa sparare ogni giorno su un governo Draghi che è (anche) a trazione pentastellata. Spiazzante e divertente la sua ultima battuta sull'ex premier: «Nei panni del barricadero non è credibile. Sembra Di Battista con la pochette».
Grillo, strano ma vero, getta acqua sul fuoco e dopo aver parlato col "supremo" (allo specchio?) scende in campo per Conte dicendosi contrario al terzo mandato dei parlamentari. In assenza del quale - non è esattamente un dettaglio - resterebbero a casa quasi tutti i big del Movimento. Di nuovo: come farsi male da soli. Abilmente, Giorgia Meloni, che ha in mano lo scettro del centrodestra (potenzialmente) unito, si guarda bene dal fare i conti con gli alleati, ma la distanza fra Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega è evidente anche in Trentino, dove la maggioranza non è mai scontata.
Il presidente della Provincia Fugatti sembra già lanciato verso un secondo mandato, ma se il centrodestra non si ricompatterà, la disfatta, per lui, sarà quasi certa. Quel che resta di Forza Italia riuscirà a fare da collante fra movimenti sempre più distanti? Difficile, anche se non impossibile. La considerazione finale è dunque sempre la stessa: come farsi male da soli.
E il centrosinistra cosa fa? Vive più contraddizioni. Da una parte l'incapacità di tenere dentro la famiglia politica allargata quelli che un tempo si sarebbero chiamati cespugli. Azione e Italia Viva saranno anche piccoli movimenti, ma in queste ultime comunali hanno dimostrato di poter essere determinanti. Dall'altra parte ci sono le solite due anime del Patt: quella così moderata da spostarsi un po' a destra e quella che da tempo dice (ma a bassa voce) d'aver aderito convintamente (?) al centrosinistra.
Dall'altra ancora c'è un Pd che non sa tuttora che pesci pigliare. C'è persino chi evoca le primarie (per perdere prima, direbbe il comico Vergassola) e anche Campobase fatica a trovare identità e spazio. Per tutti vale dunque la stessa conclusione: come farsi male da soli.