Not ad Impregilo, appalto da 1,7 miliardi
Sarà la cordata guidata dal gruppo Impregilo a costruire e gestire, dal giorno del taglio del nastro e per 25 anni, il Not, il nuovo ospedale Trentino. Il verdetto della commissione provinciale, che ha esaminato le offerte economiche dei candidati, è arrivato ieri sera. E ha premiato Impregilo, che già aveva sbaragliato tutti nella valutazione tecnica. Alla cordata partecipano anche numerose imprese trentine: un'occasione invidiabile, in un momento di crisi, visto che l'appalto in project financing ha un valore complessivo di 1,7 miliardi
Sarà la cordata guidata da Impregilo - a meno di clamorose sorprese - a costruire e gestire, dal giorno del taglio del nastro fino al quarto di secolo successivo, il Not.
La commissione provinciale ha terminato ieri di esaminare le offerte economiche per valutarne la congruità, ed anche in questo caso è risultata come la migliore, l'offerta presentata dalla cordata che già aveva ottenuto i giudizi più lusinghieri per quel che riguarda la valutazione tecnica.
Una cordata che vede accanto al colosso delle costruzioni anche i trentini di Pvb solutions (Bortolotti), Premetal (Pedri) Gpi, Famas System (partecipata da Isa), Ams (Gardumi), Miorelli service, Marecas, Giacca Impianti, Mak costruzioni di Lavis, Hollaender di Levico, Bertolini di Rovereto, Libardoni di Levico, Gadotti di Trento.
La graduatoria definitiva è diversa da quella che era emersa dopo la valutazione tecnica: in base a quei criteri, Impregilo si era posizionata in pole position davanti all'emiliana Cmb, alla Mantovani di Mestre e a Pizzarotti.
Un ordine che alla luce delle offerte economiche ha visto la conferma della posizione che più conta per Impregilo, davanti alla cordata guidata da Mantovani di Mestre (con le aziende Guerrato, Gelmini, Medipass e la trentina Unifarm). Terzo posto per Pizzarotti (capofila di una cordata che comprende Astaldi e la trentina Cristoforetti servizi energia srl), quarto posto per Cmb, la più «trentina» delle associazioni temporanne d'impresa con Cla (Consorzio Lavoro Ambiente, aderente alla Federazione della coopperazione trentina), Collini, Garbari (ora però in liquidazione) e Grisenti impianti.
La commissione provinciale dovrà ora occuparsi di tutte le verifiche legate alla documentazione, un'operazione lunga e ovviamente scrupolosa che si dovrebbe protrarre per una quindicina di giorni. Solo allora verrà data ufficialità alla graduatoria. Ma al momento attuale, seppur solo ufficiosamente, è Impregilo ad essersi aggiudicata l'appetibile partita: l'appalto in project financig ha un valore complessivo di 1,7 miliardi, su - come detto - 25 anni di durata. Senza contare che l'appalto per l'ospedale potrà dare lavoro, solo per la parte relativa al cantiere, a circa 200 persone, cui se ne aggiungeranno altre centinaia per la parte dei servizi, tra pulizie, pasti, manutenzione dell'edificio e impianti elettrici e così via.
Proprio dei servizi si occuperà il grosso della parte trentina della cordata, con Pvb solutions in testa. Ai Bortolotti fa infatti riferimento il consorzio Sst (Servizi per la sanità del Trentino), che coinvolge sei realtà differenti, oltre a quelle più strettamente «edili» che si occuperanno con Impregilo della parte realizzativa del nuovo polo sanitario provinciale tra l'Adige, via Sanseverino, via Fersina e via Jedin. Un complesso tanto imponente da «fagocitare» una strada cittadina, come via al Desert, che corre attualmente a tagliare a metà l'area del Not che verrà.
Interessante anche l'«architettura» della compagine che si è aggiudicata la partita ospedaliera: da un lato le imprese che si occuperanno dell'edificazione del complesso, legate a Impregilo da un tipo di partnership. Dall'altro le imprese invece che hanno puntato sulla gestione: soggetti che saranno in tutto e per tutto soci gestori assieme a Impregilo.
Proprio per quel che riguarda la gestione, la cordata ha vinto pur non proponendo il canone migliore: Impregilo si è impegnata a chiedere alla Provincia per l'utilizzo della struttura - che essendo realizzata in project financing è in parte privata - 32.100.643,90 milioni all'anno (a fronte dei 42.600.000 a base di gara), con Pizzarotti che ne chiedeva «solo» 28.952.842,65. Ma ha pesato il quarto posto nella valutazione tecnica.