«No ai tagli solo in Valsugana» Richiesta d’incontro a Rossi
Mentre la politica cerca di trovare nelle opportune sedi modalità condivise per difendere l’ospedale di Borgo, minacciato da un ridimensionamento di servizi e personale ormai in atto, cosa pensano i cittadini? Eventuali riduzioni di attività potrebbero essere giustificate all’interno di un piano complessivo di riorganizzazione della sanità trentina in un momento in cui servono sacrifici, oppure l’ospedale di Borgo ha delle potenzialità che possono essere ancora sviluppate?I vostri commenti
BASSA VALSUGANA - Da una parte evitare lo stop della chirurgia di notte, dopo aver già incassato la sospensione dell'attività il sabato e la domenica, dall'altra ottenere garanzie che l'ospedale San Lorenzo di Borgo manterrà gli attuali servizi sanitari che dovranno essere potenziati con assunzioni di personale, e integrati con altre attività, anche d'eccellenza, come previsto dal protocollo sottoscritto con i sindaci al momento della chiusura del punto nascite.
Questa la difficile impresa che vede la Comunità di valle in prima linea nella difesa dell'ospedale di Borgo. Ma se a parole c'è unitarietà d'intenti, i distinguo finiscono per prevalere, almeno in questa fase, con il rischio di allungare i tempi.
«Si è cominciato a ragionare sul documento del vicepresidente Carlo Ganarin - conferma Paola Furlan , capogruppo Upt - che racchiude richieste già fatte e condivise dall'assemblea, a volte con l'appoggio anche delle minoranze, con gli ordini del giorno approvati nel tempo. Il documento non è completo, vi sono punti che vanno meglio evidenziati, ma è una buona base di partenza. La prossima settimana ci troveremo di nuovo per valutare se è opportuno chiedere subito un incontro con l'assessore provinciale alla salute Ugo Rossi, ma anche l'idea di un assemblea urgente non credo sia stata accantonata: il discorso è aperto sia con i gruppi di maggioranza e minoranza sia con i comuni sul quel documento o altre iniziative». La reazione al fax dell'Azienda sanitaria che proprio il 7 marzo scorso, in coincidenza con la convocazione dell'ultima assemblea della Comunità di valle, comunicava il ridimensionamento dell'attività di chirurgia dell'ospedale, però con il passare del tempo rischia di perdere incisività. «Negli incontri che abbiamo fatto la volontà di difendere l'ospedale e di pretendere il rispetto del protocollo di cui la chirurgia è uno dei punti cardine è emersa con forza - conclude Furlan -, anche l'incontro con le minoranze è il segnale che, una volta tanto, non si vuole dare un colore politico alla battaglia per l'ospedale».
Per il Pd «è urgente un incontro con l'assessore provinciale per capire se gli ipotizzati interventi rientrino, come ci aspettiamo, in un quadro complessivo di riorganizzazione della sanità trentina». «Riteniamo infatti necessario - afferma in una nota il capogruppo nell'assemblea di Comunità Nicola Ropelato - disporre di una definizione chiara di cosa si vuole garantire negli ospedali di valle attraverso standard di qualità e protocolli operativi chiari e duraturi, escludendo fin d'ora l'accettazione di riduzioni dei servizi a spot e solo in Valsugana».
«L'obiettivo che dovrebbe stare a cuore a tutti - chiarisce Ropelato - è garantire a chi entra in ospedale la legittima aspettativa di ricevere le migliori cure possibili nella struttura dove ciò è possibile, considerando che il sistema sanitario trentino è di fatto una rete e che il centro dell'agire della buona politica deve rimanere il paziente, non le aspettative degli operatori, i piccoli vantaggi elettoralistici o la difesa a prescindere anche delle situazioni di inefficienza e inadeguatezza».
Ropelato fa anche un discorso di metodo. «Dispiace notare - conclude - come ogni occasione sia buona per battaglie che poco hanno a che fare con il benessere dei cittadini e mirano solo a qualche briciola di visibilità. Un modo d'agire che non condividiamo, da qualsiasi parte provenga». R.B.