Meningite batterica: uomo in fin di vita
La meningite batterica, la più pericolosa e temuta, ha colpito un uomo di 45 anni di Trento che ora è ricoverato in condizioni disperate nel reparto di rianimazione dell'ospedale S. Chiara di Trento. L'uomo da qualche giorno sta lottando contro questa malattia infettiva che provoca un'infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, le meningi appunto. È in rianimazione, nel reparto guidato dal dottor Edoardo Geat, e il suo quadro clinico è tutt'altro che rassicurante
La meningite batterica, la più pericolosa e temuta, ha colpito un uomo di 45 anni di Trento che ora è ricoverato in condizioni disperate nel reparto di rianimazione dell'ospedale S. Chiara di Trento.
L'uomo da qualche giorno sta lottando contro questa malattia infettiva che provoca un'infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, le meningi appunto. È in rianimazione, nel reparto guidato dal dottor Edoardo Geat, e il suo quadro clinico è tutt'altro che rassicurante.
Il ricovero risale a qualche giorno fa. Inizialmente i suoi sembravano i sintomi di una banale forma influenzale, ma nel giro di poche ore, come capita nel caso della meningite, la situazione è precipitata. Per i sanitari del S. Chiara è stato subito chiaro che non si trattava di una banale febbre e gli esami clinici hanno confermato il primo sospetto: meningite pneumococcica.
Lo pneumococco (Streptococcus pneumoniae) è, dopo il meningococco, una delle cause più comuni della meningite. Come per il meningococco, anche per lo pneumococco esistono diversi sierotipi, si trasmette per via respiratoria e può trovarsi nel naso e nella bocca senza causare alcuna malattia. Molti individui possono ospitare il batterio nella gola o nel naso senza per questo essere affetti dalla malattia e fungono da portatori. Il periodo di incubazione è generalmente breve da 1 a 3 giorni.
Le meningiti da pneumococco, più frequenti tra i bambini molto piccoli e gli anziani, causano ogni anno la morte del 10% circa di coloro che si ammalano. A differenza della meningite virale non è particolarmente contagiosa e per questo nessuno dei parenti o delle persone che sono state in contatto con l'uomo negli ultimi giorni è stato sottoposto a profilassi. Attualmente contro questo tipo di meningite esiste il vaccino al quale vengono invitati sia i bambini che le persone al compimento dei 65 anni. In questo caso il vaccino viene somministrato insieme all'antinfluenzale. Lo pneumococco, come detto, appartiene a una famiglia di batteri con numerosi sottotipi. I vaccini disponibili contengono una parte dei sottotipi esistenti: tuttavia quelli presenti nel vaccino sono responsabili della quasi totalità dei casi di meningite e setticemia da pneumococco. «Quest'anno - spiega la dottoressa Maria Grazia Zuccali - è la prima segnalazione di meningite pneumococcica arrivata al servizio».