Esami e visite specialistiche anche alle undici di sera
Esami e visite specialistiche anche alle undici di sera. Un'ipotesi che potrebbe diventare realtà anche in Trentino. Non tanto per abbattere le liste d'attesa, ma per dare ai lavoratori la possibilità di poter fare visite senza doversi assentare dal lavoro. In Lombardia i servizi notturni sono realtà dal 2010 e in Veneto sono ormai molti gli ospedali dove Tac e risonanze magnetiche si fanno anche a mezzanotteI tuoi commenti
TRENTO - Sono sempre più gli ospedali veneti che offrono servizi serali e nei giorni festivi. Solo a Verona lo fanno il Borgo Roma e il Borgo Trento, ma le Tac e le risonanze magnetiche si fanno a mezzanotte anche a Vicenza e nel padovano. In Lombardia i servizi notturni sono una realtà già dal 2010.
E in Trentino? Per il momento la cosa non sembra essere tra le priorità dell'assessore Ugo Rossi che è anche scettico sul fatto che poi, dopo gli annunci, queste cose nella realtà vengano realmente effettuate.
«Noi comunque non siamo ancora riusciti a realizzare questo - ammette - ma è sicuramente un tema che va affrontato seriamente con i sindacati. Io non credo che ci sia necessità impellente, ma è un cosa di cui comunque prima o poi si dovrà parlare».
E il problema, per l'assessore, non sono tanto le liste d'attesa, quanto invece la possibilità di aumentare l'offerta e i servizi al fine di garantire ai lavoratori la possibilità di poter fare visite e accertamenti senza dover chiedere permesse o doversi assentare dal lavoro. «Quindi le aperture serali o il sabato - dice l'assessore - secondo me migliorerebbero il servizio a prescindere dalle liste d'attesa».
La questione delle visite specialistiche, dei tempi d'attesa e delle sedi in cui gli addetti del Cup propongono le prestazioni è argomento sempre spinoso in quanto è ormai noto da tempo che la richiesta è in forte aumento e per l'Azienda sanitaria solo il sistema dei Rao, quindi delle priorità, è in grado di garantire i servizi urgenti a chi ha reale bisogno facendo attendere le altre persone. Il risultato è che chi sulla ricetta non ha priorità rischia di dover attendere anche mesi.
Nei giorni scorsi sulla questione ha presentato un'interrogazione il consigliere leghista Claudio Civettini insieme a Alessandro Savoi e Luca Paternoster. Un nuovo invito a chiarire che arriva a poche settimane dalla risposta dell'assessore ad una precedente interrogazione del consigliere. Già nell'aprile dello scorso anno, infatti, Civettini aveva chiesto lumi alla luce del fatto per una visita endocrinologica chiesta il 30 di aprile a Rovereto l'appuntamento era stato fissato per il 6 febbraio. Nella risposta l'assessore Rossi aveva parlato con i numeri facendo presente che - in base ai dati 2011 (gli ultimi in quel momento disponibili, ndr) - le richieste appartenenti alla categoria Rao A e C non sono soddisfatte nei tempi rispettivamente per il 15,4 e 15,74% dei casi e nel 15,7% per i Rao B. «Tutto ciò - contesta Civettini - a dire dell'assessore sono "scostamenti di lieve entità dalla percentuale prevista" ma che se calati nei numeri reali, fanno rilevare un fenomeno notevole che non trova giustificazioni consolandosi con confronti con altre regioni che non hanno nostra Autonomia e la nostra competenza».
Quel 15% cento che soddisfa i vertici dell'Azienda e l'assessore, non piace al consigliere leghista che sottolinea come dietro a quei numeri ci siano dei pazienti il cui accertamento potrebbe mettere in evidenza patologia gravi, senza poi contare che i tempi di attesa per le visite specialistiche a pagamento sono brevissimi. «Questo perché - ha più volte ribadito Rossi - sono solo il 2% del totale. Un dato che testimonia l'efficienza del sistema pubblico».
E sempre il consigliere Civettini contesta il fatto che in molte occasioni, anche a pazienti anziani o non autosufficienti, le visite e gli accertamenti vengono proposti distanti da casa, in ospedali di valle magari dalla parte opposta del Trentino rispetto al luogo di residenza.«Gli spostamenti - aveva risposto Rossi nella prima interrogazione - verso strutture ambulatoriali lontane dal distretto di residenza fanno parte delle modalità di gestione dell'accesso alle prestazioni specialistiche». Per Civettini, invece, andrebbero invertite le priorità mettendo il cittadino e non la gestione in primo piano.