Bimbi affamati a scuola firmano una petizione
La dieta deve essere equilibrata e sana, soprattutto a scuola. Ma anche la pancia vuole la sua parte, e se ci si alza da tavola ancora affamati, qualcosa probabilmente non va. È quello che pensano i ragazzi delle scuole di Lavis, che proprio non riescono a calmare l'appetito. Inevitabili le proteste dei genitori, ma stavolta anche i bambini di una quinta elementare hanno deciso di metterci la faccia, presentando una petizione per avere pasti abbondanti
LAVIS - Quale bambino storcerebbe il naso davanti a un bel piatto di cotoletta e patatine fritte? Nessuno, di solito. Ma ahimè, da quando si è scoperto che le patatine fanno male e lo spettro obesità è in agguato dietro a ogni angolo, complici le sgambettate all'aria aperta sempre più spesso sostituite da quelle con la wii, anche le mense scolastiche si sono adeguate al trionfo del salutismo e del rigorosamente bio.
Eppure, i bambini in fatto di stomaco sono conservatori e non sembrano gradire troppo le ultime mode dei dietologi. Per lo meno a Lavis. Con il riavvio delle scuole, la mensa scolastica dell'Istituto Comprensivo, che ai dati dell'anno scolastico precedente forniva pasti a più di 700 utenti per le primarie Grazioli e allora Milani a Pressano, oltre che le Frank di Zambana, e la scuola secondaria Steiner, in queste prime settimane di ritorno tra i banchi ha visto qualche smorfia davanti ai suoi piatti.
La mensa è gestita dalla cooperativa Risto3, che ha previsto per tutto l'anno un calendarietto, recapitato ad ogni famiglia, dove è indicato mese per mese un menù equilibrato e completo di tutte le vitamine e omega 3 necessari a sostenere gli sforzi delle giovani menti. Peccato che le dosi siano insufficienti, almeno stando a sentire i bambini. Una papà lamenta «la scarsa qualità e le minuscole dosi» somministrate al figlio che «quelle rare volte che vorrebbe un bis gli viene negato», benché il prezzo dei buoni mensa quest'anno sia aumentato, arrivando a 4 euro e 40 a pasto. Un'altra mamma racconta che la figlia «si riempie di pane, perché non c'è molto altro da mangiare, e una volta di secondo c'era non più di un bastoncino di pesce a bambino».
Tant'è che in una classe quinta delle Grazioli, insieme al maestro Rudari, i bambini hanno imparato a fare una petizione per chiedere alla cuoca dei pasti più abbondanti. «Ci sono stati dei problemi nella prima settimana di scuola, ma dovuti al riavvio della mensa» spiega il dirigente Taufer che chiarisce come la petizione in realtà sia stata più che altro un esercizio didattico, di educazione alla cittadinanza. Infatti, ancora nessuna vera e propria segnalazione al dirigente da parte dei genitori. La referente del servizio mensa, Cristina Tait , rassicura sull'adeguatezza delle porzioni, secondo le grammature standard stabilite da una nutrizionista. «Dipende molto da come sono abituati i bambini a casa, ad alcuni una fetta di prosciutto pesata, anche se tagliata più grossa può sembrare troppo poco. Inoltre i bambini che hanno il rientro non dovrebbero appesantirsi rallentando la digestione e compromettendo la concentrazione».
Più che le dosi, secondo Tait, a volte sono i piatti proposti a non entusiasmare particolarmente, ma alcuni dei meno graditi, come il famoso filetto di pesce sono d'obbligo almeno una volta a settimana. Il menù quotidianamente proposto infatti è uno e non permette di scegliere. O mangi questo riso integrale biologico alle verdure o salti dalla finestra insomma. Certamente educativo oltre che salutare.