Le sigarette costeranno di più. In Trentino fuma uno su quattro
A partire da ottobre, lo Stato vorrebbe aumentare di un euro il costo dei pacchetti di sigarette. Lo scorso anno le accise e l'Iva legate ai tabacchi hanno portato nelle casse 13 miliardi e mezzo di euro, 670 milioni in meno rispetto all'anno prima. Fuma un uomo su tre, mentre fra le donne il rapporto è uno a cinque. A livello d'età, l'approccio alla sigaretta avviene abbastanza presto visto che in Trentino fuma il 3% dei ragazzini di 11 anniI tuoi commenti
TRENTO - A partire da ottobre, lo Stato vorrebbe aumentare di un euro il costo dei pacchetti di sigarette. Lo scorso anno le accise e l'Iva legate ai tabacchi hanno portato nelle casse 13 miliardi e mezzo di euro, 670 milioni in meno rispetto all'anno prima. Aumentando i costo delle sigarette a carico dei consumatori si teme però un ulteriore calo, visto che per i fumatori più accaniti non si tratterebbe di un cambiamento di poco. «È una delle grandi incoerenze che riguardano il fumo ma anche le altre dipendenze - commenta il dottor Mario Cristofolini , presidente della sezione trentina della Lega italiana lotta ai tumori -. Fumo, alcol sono fra le prime cause di morte. Eppure su di esse lo Stato ci guadagna enormemente, come sul gioco d'azzardo».
In Trentino, secondo i dati più recenti dell'Azienda sanitaria, si professa non fumatore il 52% della popolazione. In questa percentuale ci sono coloro che non hanno mai fumato o hanno fumato meno di 100 sigarette in vita loro. Il 25% dei trentini (uno su quattro) ammette di fumare, il 23% si dice fumatore abituale (almeno una sigaretta al giorno), la stessa percentuale riguarda gli ex fumatori. «Proprio per quanto riguarda gli ex fumatori, possiamo vantare le percentuali fra le più elevate d'Italia fra coloro che hanno smesso, segno che stiamo lavorando bene».
Ci sono differenze di genere: fuma un uomo su tre, mentre fra le donne il rapporto è uno a cinque. A livello d'età, l'approccio alla sigaretta avviene abbastanza presto visto che in Trentino fuma il 3% dei ragazzini di 11 anni. «Si fuma per seguire il gruppo - conclude Cristofolini -. Il male della sigaretta non si vede subito e i ragazzi si disinteressano di quello che potrà accadere loro in futuro. Però abbiamo notato che se parliamo di "facce da fumo" e di come si altera l'estetica, sono più ricettivi. In sostanza, fa più paura avere una brutta pelle che un cancro ai polmoni».