I punti nascita adesso costano un 1 milione in più
Costa tra 1 milione e 1,2 milioni di euro all'anno la disposizione del direttore generale dell'Azienda sanitaria, Luciano Flor, con il quale nell'ottobre scorso è stato deciso che, in attesa che la giunta Rossi scelga cosa fare, sia garantita la presenza di un ginecologo e di un anestesista durante ogni travaglio in corso in uno dei quattro punti nascita periferici - Tione, Cavalese, Arco e Cles - nei quali ci sono meno di 1.000 parti all'anno (nei primi tre addirittura molti meno di 500 parti). Il calcolo del costo è stato fatto dall'Azienda sanitaria tenendo conto del personale necessario per coprire i vari turni e le reperibilità di circa 32 medici per i quattro ospedali periferici.
Le direttive del direttore generale prevedono infatti che non appena si verifica un cosiddetto «travaglio attivo», ovvero a fronte di una dilatazione di 2-3 centimetri che vuol dire avvio del travaglio che sfocerà nel parto, un ginecologo e un anestesista debbano essere presenti nel punto nascita periferico dove si dovrà verificare il parto. Naturalmente un travaglio può durare 3 ore ma anche 10 ore. In tutto questo tempo i due medici, venuti da Trento o Rovereto, devono stare in ospedale a girarsi i pollici o a tenere la mano alla futura mamma anche per 10 ore.
La cosa più grave è che se poi succede effettivamente che si verifica qualche complicazione nel parto ed è necessario operare o c'è una emorragia nell'ospedale periferico, specie se la complicazione avviene di notte o nei giorni festivi, non basta che sia presente il ginecologo e l'anestesista, serve che venga richiamato anche il personale per la sala operatoria. E per allestire una sala operatoria per un intervento, tra l'allerta e l'arrivo del personale passa mediamente tra i 20 e i 30 minuti: un tempo lunghissimo, che sia per la madre che per il bimbo potrebbe essere fatale.
Tant'è, questa è la soluzione temporanea che è stata scelta in attesa di capire cosa vorrà fare la giunta provinciale sul futuro di questi punti nascita «fuorilegge», non utilizzati dalle future mamme che vivono nelle valli interessate, ma sono difesi strenuamente da sindaci e amministratori locali che ne hanno fatto una bandiera.
Ma il costo per l'Azienda sanitaria e per la collettività che ora si trova a dover pagare i ticket sanitari per raccimolare 3,6 milioni di euro non sta solo nella necessità di pagare i dirigenti medici per passare 10 ore a girarsi i pollici in attesa dell'unico parto della giornata nell'ospedale periferico, ma anche nel fatto che se quei medici sono lì non possono essere utilizzati in modo più produttivo altrove. Dopo 10 ore di servizio di notte a Tione è chiaro che quell'anestesista il giorno dopo non andrà in sala operatoria a Trento o altrove e magari si dovranno fare slittare interventi chirurgici allungando le liste d'attesa perché naturalmente 32 medici in più la Provincia non può permettersi di assumerli.