Not, il ritardo costa fino a 60 milioni
Rinviare di alcuni anni (tra i 7 e i 9 quelli per concluderlo da oggi, contro i 3 precedentemente stimati) la realizzazione del Not produce uno «spreco di risorse» e maggiori difficoltà per chi opera a favore dei cittadini «in una struttura fragile» la cui situazione «è peggiorata» rispetto a pochi mesi fa. A ribadire l'allarme sull'ospedale Santa Chiara è Enzo Galligioni , primario di oncologia, che dopo aver già denunciato la situazione logistica difficile del Santa Chiara, torna sul tema, chiarendo come la struttura sia «incerottata, come dimostra il fatto che recentemente si è rotto il tubo dell'acqua calda nella parte sotterranea di oncologia, che si è allagata». Secondo il direttore del Santa Chiara, Mario Grattarola , invece, «la struttura regge e fa il suo dovere» ed è in grado di dare «un servizio ai cittadini al massimo dell'eccellenza possibile».
In ogni caso, annualmente, per la manutenzione ordinaria e straordinaria il budget previsto è di circa 10 milioni di euro annui. Se l'ospedale dovrà rimanere operativo tra i 4 e i 6 anni in più rispetto a quanto previsto, allora la cifra da impegnare sarà di circa 40-60 milioni di euro in più.
Cifre che, secondo Galligioni, «si tratta di risorse sprecate, perché tutti sanno che la situazione è critica, e la presenza di un nuovo ospedale non è un capriccio ma una necessità per la città e per la provincia».
Secondo Galligioni, poi, dopo il rinvio la situazione è ancora più difficile: «Noi diamo un servizio sanitario il migliore possibile, ma per farlo dobbiamo spendere di più e sprecare molte più energie». Non solo, la questione delicata è quella della struttura che è vecchia e per la quale «gli interventi di manutenzione non servono a risolvere il problema, ma si tratta di un tentativo di tamponare» una situazione che più passa il tempo «più peggiora. L'altro giorno c'è stato ad esempio l'allagamento dell'area sotto il piano terreno di oncologia perché si è rotto il tubo dell'acqua calda». Per Galligioni anche gli obiettivi «di riorganizzazione e di riallocare le risorse» previsti dalla Provincia, «sono resi più difficili dal fatto che non ci sia il Not: un conto è razionalizzare le risorse con una struttura adatta, un altro è farlo con un ospedale che ha tempi di percorrenza e spazi che non sono quelli ottimali».
Rispetto alle risorse che la Provincia, come ha annunciato l'assessore ai lavori pubblici, Mauro Gilmozzi, potrebbero essere dirottate dal Not alla realizzazione della Loppio-Busa, Galligioni è molto critico: «Come privato cittadino spostare i soldi dall'ospedale alle strade sarebbe un grave errore». Se si considerano le risorse impegnate in conto capitale per il 2014-2017 dalla Provincia per la realizzazione del nuovo ospedale, si nota che si tratta di almeno 102 milioni di euro se si considera il triennio fino al 2016 incluso, che salgono a 134,4 se si considera anche il 2017, anno in cui, con il nuovo programma annunciato dall'assessore Donata Borgonovo Re, i soldi dovrebbero iniziare a essere impiegati per la prima fase di costruzione del Not.
Come detto, a difendere il Santa Chiara pensa Grattarola che spiega come «quello che è il ruolo e l'attività dell'ospedale continuerà al meglio delle nostre possibilità e rispondendo al meglio alle esigenze dei cittadini, che sono la guida delle nostre scelte». Intanto, l'ex consigliere provinciale ed ex primario Claudio Eccher , rilancia l'idea di spostare il Not tra Trento e Rovereto.