Il Razzi pensiero, tra Corea, calcio, mele e Trentino
Paolo Ghezzi ha intercettato a Roma niente meno che il senatore Antonio Razzi (quello vero, non Crozza). In una pausa dalla sua attività politica lo ha intervistato: una chiacchierata a tutto tondo, tra Stati Uniti d'Europa, autonomia, mele, Corea del Nord e giovani calciatori. Il senatore abruzzese negli ultimi mesi ha intensificato i rapporti con la nostra provincia e, anche se l'autonomia non la vede proprio di buon occhio, ha parlato bene del Trentino al «giovanotto» nord coreano Kim Jong-Un, favorendo degli scambi commerciali, con le nostre mele che verranno esportate in Oriente.
Ecco la video intervista e, siccome qualche lettore potrebbe preferire la lettura all'ascolto, ci siamo permessi di «sbobinare» l'audio per rendere di più chiara e facile comprensione il Razzi-pensiero.
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IL RAZZI PENSIERO
Senatore Razzi: Io penso che oggi come oggi siamo in Italia e siamo in Europa, allora dobbiamo essere tutti una famiglia se si vuole non ci deve essere separazione
Paolo Ghezzi: Però...
Senatore Razzi: Sia dal nord che al sud dobbiamo essere tutti. Io ho detto sempre anche per quanto riguarda anche i contributi o gli assessori o i, come dire, i consiglieri regionali devono essere dappertutti uguale. Non può essere che da una regione c’è un, diciamo, una paga e un’altra regione come Sicilia ne prende due volte. Eh non è possibile.
Paolo Ghezzi: Sì, però lei sa, senatore, che il Trentino Alto Adige ha una minoranza tedesca dentro la sua regione per cui c’è anche un motivo storico. Una potenza tutrice come l’Austria per cui noi abbiamo l’autonomia speciale: quella ce la volete togliere?
Senatore Razzi: Ach so, Ich kann auch auf deutsch sagen (posso dire anche in tedesco ndr). Cioè, io capisco prima che non eravamo in Europa ci mancherebbe quello era normale perché era ai confini, ma se adesso siamo tutti fratelli e sorelle, diciamo ci dobbiamo solo volere bene sia al nord che al sud. Dobbiamo essere solo una famiglia. E questo anche in base anche all’Europa. Io non condivido questa. Io ho sempre detto che bisogna fare i Stati Uniti d’Europa, perché con l’unione europea non è possibile che la Germania ci comanda o la Francia ci dette legge o la Merkel ci dette legge. Noi siamo in Europa e se siamo in Europa vogliamo avere i stessi diritti che ha a Germania i stessi diritti che lo dobbiamo avere noi come Italia.
Paolo Ghezzi: Quindi le autonomie speciali è meglio che non ci siano?
Senatore Razzi: Ma, io dico la mia. Non posso, io dico una cosa mia personale che io vedo che dovrebbe essere tutto uguale. Come la stessa cosa in Europa. Dev’essere tutti uguale: sennò l’Europa perché io penso che ci sarà un benessere per tutti quando si farà i Stati Uniti d’Europa, dove c’è l’Iva si paga in Italia diciamo il 22%? Bene, ma si deve pagare in tutti gli altri paesi il 22%. La paga deve essere anche uguale in tutti i Stati Uniti d’Europa, perché dopo vediamo chi è la competenza più bravo. Sono sicuro che noi italiani con la nostra “savaffer” anche con il nostro impegno anche con la nostra cultura batteremo tutti tutto il resto.
Paolo Ghezzi: Ecco, dopodiché il Trentino l’ha aiutato con la Corea del Nord per un rapporto commerciale importante.
Senatore Razzi: Sì, adesso c’è in Trentino Alto Adige già la scorsa settimana hanno firmato un accordo di centomila piantine di mele che io personalmente ho pubblicizzato perché hanno una grande piantagione di mele fatto dal papà di Kim Jong-Un, del maresciallo che oggi governa quel paese. Ho pubblicizzato, mi sono permesso di parlare bene del Trentino, perché io diciamo conosco i trentini, c’era l’associazione Trentino anche in Svizzera. Siete dei grandi lavoratori come noi abruzzesi, siamo umili e lavoratori e mi sono permesso di pubblicizzare anche tutti i prodotti del Trentino specialmente nelle mele e la scorsa settimana si è già fatto un primo contratto di centomila piante.
Paolo Ghezzi: E il problema dei diritti umani? Come la mettiamo?
Senatore Razzi: Ma guarda, il problema dei diritti umani piano piano questo ragazzo, questo giovanotto, lo sta si sta un po’ aprendo. Perché questo? Perché scorso anno sono stati venti calciatori vicino a Orciano, vicino a Perugia, che son venuti a giocare perché gli piace la tecnica al nuovo leader, piace lo sport e piace il gioco di calcio italiano e venti sono andate a Barcellona. Adesso proprio la prossima settimana ritornano quindici calciatori da sedici a diciassette anni e sono dei veri talenti e sono lì vicino a Perugia. Io penso che questo già una prima apertura: penso che se un dittatore lascia partire questi ragazzi per, diciamo, fare sport per imparare il calcio la tecnica italiani, io penso che questo è un’apertura. E meno male che si sta aprendo e questo può essere un bene per tutto il mondo perché bisogna sempre dialogare: col dialogo si risolve tutto, con le bombe non si risolve niente.