Dalla Provincia fiducia condizionata al San Camillo
Fiducia condizionata da parte della Provincia al San Camillo. L’accreditamento, cioè la convenzione che consente all’ospedale privato di poter essere trattato come una struttura pubblica e quindi di ottenere i finanziamenti necessari, è stato concesso provvisoriamente per un anno. Al fine di poterlo mantenere per un periodo di tempo più lungo, però, occorre che l’ospedale soddisfi alcune prescrizioni di tipo strutturale e organizzativo, mentre «dal punto di vista sanitario» spiegano dalla Provincia «le cose sono nella sostanza a posto». Secondo Piazza Dante, poi, «non ci dovrebbero essere problemi a dare corso a quanto richiesto». E la perdita dell’accreditamento non viene neppure considerata come una delle opzioni possibili.
Da parte dell’Ospedale, ufficialmente, nessuna risposta. Informalmente si fa sapere che i lavori stanno andando avanti e si assicura che saranno completati nei tempi richiesti dalla Provincia. Per quanto riguarda il provvedimento preso dalla Provincia, si ricorda come la Commissione tecnica provinciale per l’accreditamento abbia fatto notare delle mancanze, non così gravi da far venir meno la convenzione, ma che riguardano alcune specifiche tecniche e organizzative che devono essere messe in atto entro 60 giorni o comunque prima che la Provincia torni in ospedale per verificare, senza preavviso, per capire se le richieste sono state soddisfatte in toto. Tra le modifiche richieste all’Ospedale, che conta 125 posti letto per la degenza e altri 25 come residenza sanitaria assistita ospedaliera, e che devono essere soddisfatte entro due mesi dal provvedimento del Dipartimento salute, eccone alcune tra le più significative.
All’ospedale si chiede, ad esempio, di definire esplicitamente «obiettivi generali e specifici di miglioramento dell’appropriatezza clinica e organizzativa, nonché formalizzare modalità operative che consentano di garantire la condivisione e la partecipazione di tutto il personale alle fasi di attuazione, monitoraggio e riesame degli stessi».
Ma anche di «migliorare la gestione dei farmaci (farmaci ad alto rischio, farmaci Lasa, stupefacenti)» di definire «procedure a garanzia della qualità della documentazione clinica, in particolare in area medica» e «modalità per il monitoraggio e il riesame dei processi, utilizzando indicatori clinici e assistenziali correlati alle attività a maggiore impatto organizzativo e assistenziale».
E, ancora, di identificare esplicitamente le tipologie dei pazienti ad alto rischio, relativamente ai profili assistenziali ospedaliero e residenziale e dei percorsi da implementare per una sicura e appropriata presa in carico».
In attesa di veder rispettate tutte le prescrizioni, la Provincia spiega di rilasciare «l’accreditamento provvisorio» e «di impegnare la legale rappresentante» «a produrre, nei tempi stabiliti, evidenza dell’ottemperamento alle prescrizioni».
L’accreditamento, in continuità con quello precedente, «avrà durata di un anno» dal provvedimento di concessione dell’accreditamento in questione e «sarà soggetto a conferma a seguito delle verifiche documentali e dei nuovi sopralluoghi che la Commissione tecnica provinciale per l’accreditamento effettuerà presso la struttura, anche senza preavviso».
L’accreditamento è fondamentale per ottenere di fatto il pagamento delle prestazioni sanitarie fatte dall’Ospedale nei confronti della Provincia.