Le proposte di Claudio Cia «Sicurezza e pulizia»
Una sorta di «intervista doppia». Dopo l'articolo con le parole del sindaco Andreatta, oggi abbiamo posto le stesse domande al suo sfidante, il candidato del centrodestra Claudio Cia.
In questi anni la città è cambiata anche fisicamente. È sorto il quartiere delle Albere, con la luce del Muse ma anche le ombre di centinaia di appartamenti e spazi commerciali ancora vuoti. Se dovesse ripartire da capo farebbe le stesse scelte del sindaco Andreatta?
Dato per scontato che purtroppo non si può tornare indietro rispetto ad un'operazione altamente speculativa come quella sulla ex Michelin, credo che quel pezzo di città si sarebbe potuto usare diversamente. Visto il dibattito delle ultime settimane sulle piscina Manazzon, direi che quella poteva essere la sede giusta per un centro come l'Aquarena. Il Muse vicino ci sarebbe stato benissimo e la zona sarebbe stata più appetibile dal punto di vista commerciale rispetto ad ora. Inoltre non sarebbero servite le opere accessorie pagate milioni dal Comune, come i sottopassi alla ferrovia, più funzionali al business dei privati che non alla città.
Anche la prossima consiliatura dovrà affrontare grossi nodi urbanistici: area Italcementi, ospedale Santa Chiara, area «militare» di Mattarello. Dirà cose pensa di fare in campagna elettorale o gli elettori dovranno «comprare» a scatola chiusa?
La triste realtà è che finora su tutte queste partite alla fine non ha mai deciso il Comune, bensì la Provincia che ha imposto alle amministrazioni di centrosinistra le proprie scelte. Sull'Italcementi ci sono state speculazioni che hanno fatto gonfiare i prezzi a favore delle solite lobby. Bisogna avere il coraggio di interrompere questo circuito vizioso. Per quanto riguarda la destra Adige io sono contrario a localizzare lì nuovi volumi, visto tutti quelli inutilizzati e da riqualificare che ci sono sul territorio. Lì si potrebbe fare qualcosa con un'infrastrutturazione leggera in modo che, se in futuro l'area diventasse strategica per una funzione cittadina importante, si potrebbe liberare velocemente. Per questo propongo l'idea del campeggio: vicino alla città, ma allo stesso tempo staccato, appetibile per gli investimenti dei privati e senza necessità di nuova viabilità. L'ospedale Santa Chiara io lo lascerei lì e, se ci fosse l'esigenza, penserei piuttosto ad un ampliamento sul terreno delle piscine di via Fogazzaro, visto che il lido lo farei proprio a Mattarello, là dove era prevista la cittadella militare. La viabilità c'è, l'autobus pure, la pista ciclabile si potrebbe fare velocemente, siamo in mezzo al verde e con una bella esposizione al sole: l'ideale. Credo che con gli 8 milioni della Provincia e un investimento dei privati che potrebbero avere la gestione della struttura e deli spazi commerciali annessi l'operazione sarebbe conveniente per tutti. Anche per le società sportive che, a quel punto, potrebbero avere riservate per loro le altre piscine della città.
Rispetto a sei anni fa la città è un po' più arrabbiata per il degrado di alcune zone e una sicurezza venuta meno. Su questo qualcosa è stato fatto. Si può fare di più?
Sicuramente si può fare di più. Non si può garantire sicurezza tagliando il numero degli agenti della polizia locale come ha fatto negli anni scorsi Andreatta, salvo poi dire di voler tornare indietro. Poi bisognerebbe utilizzare tutti gli uomini del comando non per funzioni amministrative, bensì per controllo del territorio. Poi, cosa si può fare ancora? Io rispondo così: fare il sindaco. Ci sono strumenti come le ordinanze che vanno utilizzate. Serve energia nel far rispettare leggi e regolamenti, altrimenti ognuno si sente legittimato a fare quello che vuole. La verità è che Andreatta su questi temi è sempre stato troppo ingessato, pressato dalla sua maggioranza che su questi temi ha paura, e si è dimenticato di essere il sindaco di una città che non si sente più così tranquilla.
Non esageri, non siamo mica come certe metropoli dove la criminalità comanda.
Non mi interessa questo discorso. Dico solo che Trento non è più la città che era fino a qualche anno fa.
C'è poi la questione della pulizia. La raccolta differenziata è a livelli record ma le segnalazioni su sporcizia o sacchi di immondizie abbandonati sono quotidiane.
Lo dice a me che interrogazioni che denunciano il degrado ne ho fatte a decine. La raccolta differenziata è un valore e va assolutamente incentivata, ma le modalità con cui è stata organizzata in città sono discutibili. Non è una critica, ma un dato di fatto che l'amministrazione uscente dovrebbe ammettere. Ci sarebbero tante cose da migliorare: per esempio fornire i sacchi Tares da 15 litri a chi lo richiede, permettere lo smaltimento gratuito dei pannolini.
Trento è sempre al top delle classifica sulla qualità della vita, ma il problema della disoccupazione c'è e anche qui è pesante. Cosa può fare un sindaco?
Il sindaco non è l'ufficio di collocamento, ma qualcosa può fare. Per esempio aiutare i piccoli negozianti a rimanere aperti, offrendo agevolazioni sulle imposte comunali e magari velocizzando la burocrazia. La mia idea è di creare degli sportelli che accompagnino i cittadini e i commercianti in tutte le fasi, senza mandarli di continuo da un ufficio all'altro. È possibile, in Germania è così.
Una proposta per il futuro a cui tiene particolarmente?
Più che una proposta, un impegno: quello di essere sempre presente in ufficio tutte le mattine dalle 7 alle 9 per sentire i bisogni e le richieste dei cittadini. Non prometto di dare subito risposte a tutti, ma garantisco che sarò lì ad ascoltare.
Avrà vita più facile con un Pd diviso?
Non gioisco per i problemi degli avversari, guardo a me stesso e dico che sarò il sindaco della gente, non delle segreterie dei partiti.
In tempo di ostilità verso la politica è difficile trovare candidati?
Per le circoscrizioni sì, per il semplice fatto che i consiglieri per tanto tempo si sono sentiti usati dal Comune e sviliti nelle loro funzioni.