Università, una lezione per diventare 007
Contro pregiudizi e stereotipi, ecco cosa fa davvero l'intelligence e come garantisce la sicurezza nazionale. Martedì prossimo alle 15.30 a Lettere e Filosofia l'incontro con gli studenti a cui parteciperà Marco Minniti, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, autorità delegata per la sicurezza della Repubblica.
Focus sulle attività, sul ruolo e sulle professionalità di cui l'intelligence ha bisogno per affrontare le nuove sfide della sicurezza nazionale.
L'intelligence è lo strumento di cui lo Stato si serve per raccogliere, custodire e diffondere informazioni rilevanti per la tutela della sicurezza delle istituzioni, dei cittadini e delle imprese. In un momento particolarmente complesso in cui le minacce alla sicurezza del Paese appaiono più fluide, interconnesse e de-territorializzate, l'attività di intelligence richiede un'interazione ancora più stretta con la società civile. È il concetto stesso di sicurezza nazionale che evolve, aprendosi ad un maggiore dialogo con l'esterno in un nuovo processo di elaborazione e diffusione culturale dei Servizi di informazione.
È in questa direzione che la Scuola di formazione del comparto intelligence, istituita nell'ambito del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), ha promosso una serie di iniziative di collaborazione con università e centri studi italiani. Tra le più significative il roadshow «Intelligence live», un lungo cammino tra gli atenei nazionali volto a far conoscere agli studenti delle nostre università la realtà dell'attività intelligence, sfatando miti, stereotipi e luoghi comuni, e ad accrescerne la consapevolezza quali stakeholder del "bene sicurezza".