Aiuto a domicilio per le neomamme Via libera dopo il progetto pilota
«L'accompagnamento e il supporto alla genitorialità negli ultimi mesi di maternità e nei primi di vita del bambino, per le madri che si trovano a rischio psicosociale, è un modello che potrà essere istituzionalizzato e utilizzato in tutto il Trentino». Ad assicurarlo è stata, ieri, l'assessora provinciale alla Salute, Donata Borgonovo Re , in occasione della presentazione dei primi risultati dal progetto «Scommettiamo sui giovani», iniziato nel 2009 e terminato alla fine del 2014.
Sviluppato in collaborazione tra la Provincia, l'Azienda sanitaria e l'Università, si è posto l'obiettivo di valutare un protocollo di intervento domiciliare di supporto alla genitorialità per la promozione della salute mentale della coppia madre - bambino nelle famiglie in condizione di rischio psicosociale.
Protagoniste sono state 76 madri, provenienti da diverse zone del Trentino: Bassa Valsugana, Tesino, Primiero, Alto Garda e Ledro, Trento. Le donne, alla prima esperienza come madri, sono state «reclutate» avendo almeno uno di questi criteri: la presenza di elementi di fragilità sociale o psicologica, almeno 22 anni di età e la necessità di crescere il bambino senza l'aiuto del partner. Del campione hanno fatto parte anche alcune madri straniere. Per ciascuna coppia madre - bambino, la durata dell'intervento di accompagnamento domiciliare è stato di 27 mesi, gli ultimi 3 di gravidanza ed i primi 24 di vita del bambino. Le coppie sono state seguite da figure professionali come ostetriche, educatrici e psicologi.
Ieri i risultati sono stati presentati dalla professoressa Paola Venuti : «Per quanto riguarda i risultati di questo progetto - ha spiegato - è stato evidenziato come la fragilità psichica, in particolare la depressione post partum, e la fragilità sociale - in particolare quella legata al possesso di un basso livello socio economico - influenzano negativamente lo sviluppo cognitivo del bambino e la sua relazione di attaccamento con la madre. La giovane età e la condizione di crescere il bambino da sole, invece, ha avuto un impatto minore sul benessere della coppia».
L'efficacia dell'intervento di accompagnamento e supporto genitoriale ha dimostrato, in questi casi di maternità in condizioni di rischio, di avere effetti positivi sullo sviluppo del bambino. In merito, invece, alla nazionalità, i risultati del progetto hanno dimostrato come crescere un figlio in terra straniera non sembri rappresentare un fattore di rischio, bensì un fattore di protezione: «Un risultato importante di questo progetto - hanno spiegato i responsabili - è stato quello dell'aver creato una rete di servizi finalizzati al supporto di donne con diversi tipi di fragilità».
A sottolineare l'importanza di «Scommettiamo sui giovani» è stata anche Paola Maccani , dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari: «Da questo progetto - ha spiegato - è emerso come l'accompagnamento alla maternità e alla genitorialità sia importante e porti a condizioni migliori per il bambino nell'iniziare la propria vita. L'obiettivo è ora quello di utilizzare questo modello estendendolo a tutto il territorio provinciale».