La diretta Sud Ovest del Pelmo del 1977 finisce con una guerra di querele
A distanza di 38 anni la salita alla parete Sud-Ovest del Pelmo - via durissima con difficoltà di 6 e A3 - fa ancora litigare i compagni di cordata. Dal Cerro Torre al K2, l’alpinismo è terreno di grandi imprese, ma anche di eterni contrasti. In questo caso i protagonisti sono due accademici del Cai: Giovanni Groaz, forte alpinista-filosofo trentino con un notevole curriculum di vie di grande difficoltà sulle Alpi e in America, e Francesco, detto Franco, Miotto, cacciatore e alpinista bellunese. Tra i due è in corso un duro confronto giudiziario combattuto a colpi di querele per diffamazione. Per ora la sfida è in pari: Miotto è stato condannato dal Tribunale di Treviso nel 2013, ieri anche Groaz, difeso dall’avvocato Arrigo Monari, è stato condannato in Tribunale a Trento (400 euro di multa più 4.000 euro di risarcimento alla parte civile con l’avvocato Livio Viel).
Per capire i contorni della vicenda occorre tornare al 1977 e alla paurosa parete sud-ovest del Pelmo su cui avevano messo gli occhi i grandi dell’epoca. A settembre l’impresa viene tentata da un terzetto: c’è Groaz, allora aspirante guida di appena 20 anni ma di grandi capacità; c’è il bellunese Riccardo Bee (che poi morirà il 26 dicembre del 1982 sulla nord dell’Agnér); c’è anche Franco Miotto. Dopo tre giorni di difficile arrampicata il tempo cambia e i tre alpinisti, sotto il camino finale, sono costretti a rinunciare. Uniscono cinque corde e si calano fino alla cengia di Grohmann e di lì a valle. Qualche settimana dopo tornano sul Pelmo per completare la salita. Miotto e Bee si calano dall’alto, mentre Groaz per una questione di etica rifà la salita dal basso utilizzando le corde lasciate nel corso del primo tentativo. I tre arrivano in vetta, ma Groaz - che pure ha risolto i passaggi chiave della salita - non è per nulla entusiasta, come dimostra la foto scattata all’epoca. Solo molti anni dopo l’accademico di Povo racconterà al sito altitudini.it che quella al Pelmo «è stata la peggiore esperienza alpinistica della mia vita».
Perché? Nel 2010 Franco Miotto pubblica il volume di memorie alpinistiche «Pareti del cielo», con prefazione di Roberto De Martin. Un capitolo è dedicato proprio alla diretta alla Sud Ovest del Pelmo dove viene maltrattato Giovanni Groaz, descritto come una sorta di bambinone al traino dei due compagni di cordata. Falsità a cui l’alpinista trentino ha risposto con una querela per diffamazione. Il procedimento penale si è concluso nell’ottobre del 2013 con la condanna di Miotto (ora si attende l’appello). In seguito Groaz ha scritto una mail al Cai di Belluno in cui fa accenno alle «allucinanti azioni» attribuite al Miotto durante l’ascesa. Le accuse all’accademico bellunese vengono precisate da Groaz in una intervista concessa al sito altitudini.it. L’alpinista trentino per la prima volta si sfoga e accusa l’ex compagno di cordata di aver messo in pericolo la sua vita. Miotto non avrebbe avvertito Groaz che le corde, utilizzate per risalire la parete, erano lesionate e dunque molto pericolose. Inoltre in prossimità della cima avrebbe messo in atto «l’ultimo luciferino espediente per cacciarmi giù», cioè arrampicare smuovendo una miriade di sassi. Miotto non ha gradito queste accuse e a sua volta ha sporto denuncia chiedendo 60 mila euro di danni. Ieri è arrivata la condanna anche per Groaz: secondo il giudice, evidentemente, l’alpinista ha travalicato il diritto di critica. Così dopo tanti anni sul Pelmo si litiga ancora.