Ora è ufficiale: Flor non sarà confermato L'assessora: «È una questione di metodo»
Ora è ufficiale. Luciano Flor cesserà il suo incarico di direttore generale dell'Azienda sanitaria il 4 novembre. Il suo contratto non sarà rinnovato. A lui la notizia era già stata comunicata circa un mese fa. Alcuni giorni fa l'assessora Donata Borgonovo Re ha incontrato anche il comitato direttori annunciando l'intenzione di presentare un nuovo bando per il futuro direttore.
«E questo - assicura l'assessora - per una questione di metodo». Una decisione, ha aggiunto la Borgonovo Re, maturata parlando con Flor e con il presidente Ugo Rossi, con l'obiettivo di effettuare una scelta trasparente e che permette una valutazione comparata delle professionalità. «Il bando è utile ed efficace per un percorso che consenta di valutare diverse professionalità e anche per migliorare il nostro servizio».
L'assessora non vuole assolutamente sentir parlare di sfiducia al direttore Flor, nominato nel novembre 2010 dopo le travagliate dimissioni di Carlo Favaretti e la reggenza per due anni di Franco Debiasi. «Tanto - aggiunge - che la mia prima preoccupazione è stata quella di dire che abbiamo un direttore generale in carica fino al 4 novembre. Certo i rapporti non sono sempre stati fluidi, ma è normale quando c'è dialettica e schiettezza. Questa è stata una scelta che non ha risvolti valutativi, ma di metodo per il bene dell'Azienda».
LE PERPLESSITÀ DEL M5S
"La faccenda del mancato rinnovo di Luciano Flor alla guida dell'APSS trentina rasenta la farsa - afferma Filippo Degasperi, consigliere Provinciale del M5S - non più tardi di due mesi fa aveva fatto scalpore l'entità del premio assegnato al professionista in questione dalla Provincia. Ben 40 mila euro oltre al lauto stipendio, per aver raggiunto addirittura l'81,7% degli obiettivi prefissati, quello che è stato definito "uno dei punteggi più alti della storia". Oggi si apprende dalla stampa che l'assessore Borgonovo Re ha deciso di non rinnovare Flor alla carica che ricopre, a quanto pare per incomprensioni di natura personale".
"Ma se Flor è così bravo - continua il portavoce pentastellato - allora che senso ha mandarlo via? Se a maggio l'assessore competente assegnava una valutazione di 40 su 40 al direttore generale dell'APSS, evidentemente lo deve ritenere una figura eccellente, un professionista delle cui capacità la sanità trentina non può certamente privarsi! Qual' è allora la logica di questa scelta? Davvero basta che "manchi la chimica" fra un assessore e un alto dirigente perché quest'ultimo venga allontanato al di la dei suoi meriti? Se fosse così saremmo di certo di fronte ad un comportamento scriteriato, che recherebbe danno a tutto l'impianto della nostra macchina sanitaria!"
Degasperi però non sembra proprio del tutto convinto:"Questa cosa non sembra avere una spiegazione razionale e facciamo fatica a raccapezzarci. Se Flor è bravo come dicono non è un rischio mandarlo via? Dove lo troviamo poi uno così? Certo, a voler pensar male si potrebbe sostenere che in realtà il sistema per determinare il conseguimento degli obiettivi è in realtà pilotato dalla politica, e che il merito centra molto poco con le elargizioni dei premi. Si potrebbe anche arguire che stiamo assistendo ai risultati di una feroce lotta di potere fra PD e PATT per spartirsi le cariche che contano, e che se il secondo ha preteso nomine pesanti, ad esempio all'interno della FEM, il primo adesso risponde sull'APSS. Si potrebbero sostenere tante cose, e certo alcuni di questi retro-pensieri potrebbero anche essere legittimi, visto che le risposte ufficiali latitano. Noi, per dire, abbiamo chiesto lumi su queste vicende già il 28 aprile e poi l'8 maggio, giusto 2 mesi fa, ma di risposte, zero, silenzio totale. Speriamo che questa possa essere l'occasione buona per trovare il tempo per risponderci, e magari per promuovere un ampio e dettagliato dibattito pubblico su queste scelte importantissime, i cittadini meritano di sapere come e perché un professionista acclamato come uno dei migliori e pagato come tale venga allontanato dall'incarico in base a ragioni che se fossero confermate apparirebbero del tutto inconsistenti".