Croci sui monti, Schützen contestati

di Giuseppe Fin

Croci in vetta, polemiche e critiche a valle. Nel fine settimana gli Schützen hanno piantato in Trentino le loro croci in ricordo degli Standschützen tirolesi caduti durante la Grande Guerra. Un'iniziativa volta a ricordare i tiratori scelti tirolesi caduti in combattimento, attraverso alcune celebrazioni nei luoghi dell'ex fronte delle Dolomiti. I punti nei quali gli Schützen hanno deciso di commemorare i caduti sono stati 72, con una sessantina di croci in ferro ossidato, mentre in dodici luoghi sono state invece deposte delle targhe.

Sull'iniziativa, prevedibili, si sono levate voci contro e a favore. Tra quest'ultime, quella del capogruppo del Patt in Consiglio provinciale, Lorenzo Baratter. «Sotto il profilo storico - ha spiegato - vengono ricordati fatti che sono realmente avvenuti e non c'è la volontà di stravolgere la storia. Lo spirito dell'iniziativa è stato positivo e non ho intravvisto la volontà di creare contrapposizioni».
Per Baratter l'auspicio, dopo le polemiche di questi giorni, è che «in futuro tutte queste manifestazioni siano condivise». «Io credo - ha aggiunto - che il 2018 possa essere un punto di partenza e non di arrivo. Un anno in cui, senza alcun approccio nazionalistico, si ricordino tutti i caduti e lo si faccia assieme».

A non vedere «alcun motivo di polemica» è invece il comandante degli Schützen trentini Paolo Dalprà. «Alle commemorazioni - ha spiegato ieri - ci saranno stati circa 600 Schützen. Non contava però essere in tanti o in pochi, l'obiettivo era quello di commemorare. Non vediamo alcun motivo di fare polemica e da parte nostra nessun motivo per alimentarla. Il nostro progetto è stato solo quello di commemorare, richiedendo tutte le autorizzazioni e senza alcuna richiesta di soldi. La verità sta solo dietro il fatto che purtroppo in pochi conoscono la storia».

Le polemiche non sono però mancate. Il presidente degli Alpini del Trentino, Maurizio Pinamonti, si è limitato ieri a dire di «non voler commentare ulteriormente quello che è successo». «Noi abbiamo sempre commemorato - ha spiegato - i morti di tutte le guerre e non abbiamo mai fatto divisioni». Dure critiche sono arrivate dall'Associazione Aeronautica e dal Movimento 5 Stelle.

L'Associazione Arma Aeronautica Aviatori d'Italia, che ricorda l'esistenza di «una petizione arrivata anche sul tavolo del Presidente della Repubblica Mattarella e sulla scrivania del Ministro dell'Interno Alfano», critica in primis l'istituzione trentina per non essere intervenuta in tempo: «Avete infangato - si legge nella nota del presidente regionale dell'associazione ed esponente di Forza Italia, Aldo Rossi - il sacrificio, l'onore e la dignità dei 650 mila soldati italiani morti sul fronte austroungarico».

Il consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle, Filippo Degasperi, ha criticato invece il piano teso «a marcare il territorio a colpi di croci e salme issate a stendardo che prosegue imperterrito mentre chi governa la Provincia di Trento volge benevolmente lo sguardo altrove».

Una riflessione critica è arrivata anche dall'esponente de «L'Altra Trento», Jacopo Zannini. «La scelta degli Schützen - ha affermato - è effettivamente una sfida pericolosa, che guarda ben poco al dialogo e alla collaborazione fra gruppi che un secolo fa erano su fronti opposti e sembra voler dire "adesso tocca a noi tornare in vetta riprendere una visibilità, che ci è stata negata in passato". Sarebbe meglio cercare di far tornare le montagne un luogo di confronto e condivisione».

Luca Zeni, assessore provinciale del Pd, osserva: «In montagna ci sono molte croci, volute da comunità che lì vivono, frutto di un percorso condiviso. Questa degli Schützen mi pare una forzatura, che si presta a strumentalizzazioni politiche».

LA FOTO

Si registrano, intanto, i primi vandalismi ai danni delle croci volute dagli Schützen sulla linea del fronte: sulla lapide posta a Cima Gavardina, nel territorio del comune di Fiavé, una mano ignota ha voluto ribadire che è giusto onorare tutti i morti sul fronte austro-ungarico, tutti i caduti da una parte e dall'altra.

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