Basta furti e vandalismi al Pertini, oggi gli studenti scioperano
Ormai intrusioni, danneggiamenti e furti, i responsabili e gli studenti dell'istituto di formazione professionale «Sandro Pertini» di viale Verona a Trento, nemmeno li contano più. Tanti, troppi, con una cadenza ormai tanto frequente da essere non solo preoccupante, ma addirittura avvilente.
L'ultimo caso, soltanto qualche giorno fa, tra la serata di giovedì e la mattinata di venerdì. Proprio l'altro ieri, a seguito dei vandalismi delle ore precedenti, studentesse e studenti hanno potuto entrare nelle loro classi solo alle 8.50 anziché alle 8.20, per permettere al personale di risistemare la struttura dopo le incursioni notturne.
Non tutti, però, si sono rassegnati a dover convivere con questa allarmante situazione: così, un gruppo di studenti dell'istituto - che in viale Verona ha la sede della propria sezione dedicata ai Servizi alla Persona (l'altra, quella dedicata al legno, si trova in via Asiago) - ha deciso di mobilitarsi, per dire basta.
Con una manifestazione di protesta che scatterà domattina, uno sciopero che, nelle intenzioni dei giovani promotori, dovrebbe coinvolgere tutte le ragazze ed i ragazzi che frequentano i corsi della sede di viale Verona.
«Ci ritroveremo all'ingresso dell'istituto - hanno fatto sapere gli studenti, attraverso una nota diffusa a nome dei ragazzi da una di loro, Sara Deflorian - per protestare, dalle 8.20 fino alle 16.10, ovvero l'orario della fine delle lezioni».
I ragazzi si dicono esasperati dagli «atti di vandalismo e dai furti che si sono svolti all'interno delle mura scolastiche, fuori dall'orario delle lezioni».
Una serie infinita di episodi che troppo spesso ha reso davvero difficile ai responsabili della scuola poter garantire ai ragazzi lo svolgimento regolare delle lezioni (ad esempio in occasione di furti di materiale didattico ed informatico), ma non solo. Ha obbligato anche glio studenti e le loro famiglie ad esborsi non previsti: «I furti - spiegano infatti i ragazzi dell'istiuto Pertini - hanno obbligato molti di noi a ricomprare materiale scolastico anche per ben tre volte durante un solo anno scolastico. Partendo quindi da un investimento di 400 euro per acquistare materiale che dovrebbe durare non per un anno, ma per tutta la durata del corso di studi, alcuni di noi hanno dovuto spendere cifre anche fino a 1600 euro, per un unico anno. Una spesa che per la maggior parte delle nostre famiglie è insostenibile».
«Abbiamo deciso di scendere in strada e farci sentire perché gli episodi di venerdì sono gravissimi. Perché sono avvenuti ad appena una settimana dall'avvio delle lezioni, lasciando intendere che anche quest'anno il copione ricalcherà quello delle annate scorse», in cui furti e danneggiamenti si sono ripetuti a cadenza impressionante.
«Per questo siamo convinti che sia giunto il momento di informare tutta la popolazione: crediamo che questi atti non debbano passare inosservati. Si deve fare qualcosa, capiamo che installare sistemi d'allarme in tutte le scuole pubbliche possa essere troppo costoso, ma crediamo che prevenire questi atti almeno installando infissi piú resistenti almeno nei punti più a rischio, sia doveroso. Perché per le famiglie non é facile vivere con l'ansia di dover investire grosse somme di denaro da un giorno all'altro, a causa di malviventi che entrano nelle classi dei figli. Senza contare il costo di tutto questo per la collettività. Per questo, chiosano gli studenti, la nostra domanda è molto semplice: non sarebbe meglio intervenire con un investimento risolutivo una volta per tutte anziché dove continuamente spendere per rinnovare infissi, arredi, recinzioni?»
Da parte sua, anche il dirigente dell'istituto Andrea Schelfi si è detto preoccupato per la situazione: «Non so molto della protesta che stanno organizzando i ragazzi, so solo che se ne parlava venerdì. Quel che è certo è che soprattutto la struttura di viale Verona non è facile da gestire da questo punto di vista. È una vecchia scuola, grande, con un'infinità di porte ed accessi. È inutile nasconderselo: se uno vuole entrare, per come è fatta la struttura, ci riesce. Proprio per questo da tempo abbiamo ripetutamente richiesto l'installazione di sistemi d'allarme, o quantomeno di telecamere di sorveglianza, ma ci è sempre stato detto che si provvederà. E nel frattempo siamo ancora in attesa».
Vedremo ora se la voce degli studenti indignati saprà farsi sentire.