Usura per riciclare i soldi dei clan: arrestati due imprenditori
Per anni avrebbero riciclato i soldi del clan Belforte di Marcianise (Caserta) concedendo prestiti usurai con tassi del 60-70% a numerosi imprenditori del Casertano, alcuni dei quali finiti sul lastrico. È quanto hanno accertato la Dda di Napoli e la Guardia di Finanza a carico dei fratelli imprenditori Pietro e Michele Campomaggiore, di 57 e 52 anni, destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli per i reati di concorso esterno in associazione camorristica e usura. Nell’indagine risulta indagato anche un terzo fratello.
I finanzieri della Compagnia di Marcianise guidati dal capitano Davide Giangiorgi, hanno sequestrato beni mobili e immobili per oltre 4milioni di euro, in particolare 20 appartamenti, sei terreni e una somma di 294mila euro. Gli inquirenti si sono avvalsi delle dichiarazioni di numerosi pentiti del clan Belforte, che hanno indicato i Campomaggiore, proprietari di una concessionaria di auto usate a Marcianise, come imprenditori al servizio del clan, seppur non inseriti stabilmente nelle file della cosca; le indagini hanno accertato che l’attività legale sarebbe stata solo un «paravento» per coprire il reale business, quello dei prestiti usurai.
Alcune vittime hanno raccontato le loro storie drammatiche, sebbene solo dopo essere stati convocati in caserma dalla Finanza. Molti, è emerso, per saldare i prestiti sono stati costretti a comprare a prezzo doppio le auto dei Campomaggiore, pagando ogni mese quote altissime che, altro non erano, se non gli interessi usurai. Qualche vittima, che non ce la faceva a corrispondere i ratei, è stata poi costretta a rivendere le auto agli usurai ad un prezzo bassissimo. Grazie ai soldi del clan, gli indagati sono arrivati a concedere prestiti per centinaia di migliaia di euro.