Liti fra automobilisti, genitori picchiati davanti ai figli
Aggrediti e picchiati davanti ai loro figli che, ovviamente, sono rimasti scioccati. È accaduto a due padri, due automobilisti, due vicende diverse eppure molto simili che potremmo definire di assurda violenza stradale. In entrambi i casi a provocare l'assalto - bastonate e cazzotti - è stata la reazione ad una manovra pericolosa. Attenzione e sangue freddo quindi quando si è al volante: un gesto verso chi non dà la precedenza o una parola di troppo rischiano di risvegliare gli istinti più violenti. Spesso, infatti, al volante la gente dà il peggio di sé.
Ma vediamo nel dettaglio le due vicende, episodi inquietanti che potevano accadere a chiunque.
Il primo caso risale al 29 settembre del 2013 e vede come protagonista il cittadino romeno F. B., 35 anni, e come vittima un 37enne della valle di Cembra. Quest'ultimo, a bordo della sua Audi su cui viaggiavano anche i due figli, quel giorno si stava immettendo sulla tangenziale di Trento. All'improvviso veniva sorpassato a destra da una Bmw X5.
All'istintiva protesta dell'automobilista per la manovra pericolosa rispondeva il conducente della Bmw costringendo il padre di famiglia a fermarsi. Quest'ultimo sostiene di essere stato investito dalla furia del guidatore romeno che lo afferrava scaraventandolo sul cofano della sua stessa auto (provocando danni per un migliaio di euro).
Non è finita: l'automobilista dolorante cercava di ritornare a bordo della sua auto, ma secondo l'accusa l'imputato lo raggiungeva colpendolo con un violento pugno che provocava la lesione ad un labbro con abbondante sanguinamento.
Si può immaginare lo shock vissuto dai due bambini a bordo che hanno assistito al pestaggio del loro papà, poi soccorso da altri automobilisti.
Va detto che il cittadino romeno sosteneva di essere lui la vittima e di avere reagito per legittima difesa. Ieri F. B. è stato condannato a 400 euro di multa per lesioni e al risarcimento alla parte civile di 2.500 euro. Tutto sommato l'imputato, difeso dall'avvocato Giovanni Rambaldi, se l'è cavata con poco considerando che la prima contestazione, poi derubricata, era di lesioni gravi per uno sfregio permanente al viso.
Il secondo episodio risale al 21 luglio scorso. Due sono gli imputati per cui la procura ha chiesto il giudizio. Tra loro c'è Andrea Biesuz, che ad agosto finì al pronto soccorso dopo che sua madre - esasperata per l'atteggiamento del figlio - reagì sferrandogli una coltellata al ventre.
Un automobilista, con a bordo il figlio di sei anni, transitava in via Gocciadoro mentre la madre di Biesuz e un suo amico attraversavano fuori dalle strisce pedonali provocando le rimostranze del conducente dell'auto. Improvvisamente, sostiene l'accusa, sbucava Biesuz con un bastone lungo 110 centimetri. «Volevi per caso ammazzare mia madre mettendola sotto? - avrebbe detto l'imputato - Io invece adesso ammazzo te e tuo figlio...».
Biesuz avrebbe colpito l'automobilista prima con il bastone e poi a schiaffi, mentre l'amico lo teneva fermo. Tutto ciò davanti al figlio dell'automobilista che poi finiva al pronto soccorso. Il solo Biesuz deve rispondere anche di resistenza a pubblico ufficiale perché in seguito avrebbe insultato e afferrato per la gola un carabiniere.