La banda dello spritz investiva i soldi rubati alle slot machine
I ladri specializzati in colpi in casa all’ora dell’aperitivo, reinvestivano i soldi raccolti nelle abitazioni giocando alle slot machine. Dopo che i carabinieri hanno messo fuori gioco la banda dello spritz, a cui si devono almeno 25 furti in casa commessi tra l’ottobre 2014 ed il maggio scorso, emergono nuovi dettagli sull’attività della gang.
Non solo il gruppo di albanesi (composto da una giovane arrestata e dai tre complici ancora ricercati) tentava la fortuna per arrotondare ancor più i guadagni, ma poteva contare anche su solidi appoggi, in Italia ed in patria. Così, emerge dalle intercettazioni, la banda non aveva problemi a richiedere l’invio di manovalanza dall’altra parte dell’Adriatico («il 20 marzo arrivo io in Italia per lavorare», risponde un connazionale ad uno dei componenti del gruppo), ma soprattutto non aveva problemi ad ottenere la collaborazione di conoscenti insospettabili per poter stipulare contratti d’affitto e acquistare tutto il materiale (ad esempio schede sim per i cellulari) per cui necessario presentare documenti, che tre dei quattro malviventi - irregolari in Italia - non avrebbero mai potuto esibire senza attirare le attenzioni delle forze dell’ordine.
Una banda che non aveva certo problemi di soldi: in otto mesi di razzie si stima avesse raccolto circa 70mila euro, così si spiega come non fosse un problema stabilirsi in appartamenti da 2mila euro al mese di affitto (con contratti firmati da prestanome insospettabili e i padroni di casa che nemmeno hanno mai saputo della presenza dei quattro nei loro alloggi), o farsi anticipare soldi per procurarsi documenti falsi («dai che per i soldi della patente lavoriamo…lavoriamo un giorno, poi te li restituisco»).
Una banda che faceva capo a referenti, convinti della bontà della scelta di rimanere in Trentino per continuare a colpire: quando uno dei componenti della banda accenna alla volontà di cambiare aria (destinazione la Romagna o la Toscana), dall'altra parte del telefono l'ipotesi viene vista poco positivamente dato che in provincia il gruppo - purtroppo - aveva potuto lavorare così intensamente e proficuamente.
Secondo gli ultimi accertamenti, oltre ai colpi già segnalati, pare che la banda possa essere responsabile anche della serie di furti che erano stati messi a segno in serie qualche mese fa tra Lavis e Zambana.