Centenaria derubata in casa dalla falsa badante rumena
Una 32enne a processo per furto aggravato
Era stata assunta come badante per sostituire l'assistente familiare che di solito si prendeva cura di un'anziana signora, una centenaria ancora lucida, ma bisognosa di aiuto per le faccende domestiche e la cura personale. Ma la fiducia riposta in una 32enne rumena sarebbe stata tradita: non solo la donna non si è presa cura dell'anziana, ma - prima di andarsene dopo solo un giorno di lavoro - ha pure rubato 200 euro conservati in una busta. La donna è stata denunciata e si trova ora a processo con l'accusa di furto aggravato dall'avere abusato dell'ospitalità fornita dalla vittima.
L'episodio è successo nell'agosto 2015 in città. In quel periodo la badante che solitamente si prendeva cura della nonnina e la aiutava nelle faccende domestiche si era dovuta assentare per alcune settimane di ferie. Visto che l'ultra centenaria aveva bisogno della presenza costante di una persona, i familiari della signora hanno cercato una sostituta.
La nipote si è così imbattuta nell'imputata. Proprio le difficili condizioni in cui viveva la trentenne avevano convinto la parente a darle vitto ed alloggio, così da rendere almeno per qualche tempo la sua situazione meno dura.
La donna, come ha raccontato con lucidità la stessa centenaria, si è presentata il giorno concordato per iniziare il lavoro. È arrivata a casa con la valigia contenente vestiti e oggetti personali utili per il periodo in cui avrebbe dovuto rimanere in casa. L'anziana le ha mostrato la sua stanza. Ma l'approccio al lavoro si sarebbe dimostrato subito difficile: la giovane, infatti, sosteneva di non riuscire a svolgere il suo incarico. In particolare di non essere in grado di aiutare l'anziana ad uscire dal letto o a lavarsi. Mansioni di cui era stata preventivamente avvisata e rispetto alle quali non aveva sollevato obiezioni. Sta di fatto che la trentenne, a fine giornata, ha comunicato alla vittima che rinunciava al lavoro.
Quella partenza frettolosa e la rinuncia a un impiego che pareva così prezioso, hanno insospettito la donna e i suoi familiari. In particolare, il fatto che non avesse nemmeno disfatto i bagagli hanno ingenerato l'idea che, in realtà, la giovane non avesse avuto alcuna intenzione di fermarsi. Un sospetto confermato quando hanno verificato se i 250 euro contenuti in una busta posta in un cassettone nella stanza della badante c'erano ancora. Soldi che avrebbero dovuto servire per affrontare le spese dei giorni seguenti. La nipote dell'anziana ha scoperto che mancavano 200 euro. A quel punto ha contattato la trentenne, chiedendone la restituzione.
L'imputata avrebbe preso tempo, promettendo che avrebbe ridato quel denaro. Ma i giorni sono trascorsi senza che la donna desse più sue notizie né rispondesse al telefono. A quel punto all'anziana e ai suoi familiari non è rimasto altro da fare che sporgere denuncia ai carabinieri.