Morto dopo la fuga, autopsia e perizia

Un'autopsia e probabilmente una perizia tecnica dovrebbero contribuire a chiarire la dinamica dell'incidente in cui sabato è morto il sinto Armando Held, inseguito in auto da un donna a cui aveva rubato la borsetta. L'esame autoptico, affidato al medico legale dell'università di Verona Dario Raniero, dovrebbe aiutare a chiarire le cause della morte. Al medico è stato chiesto anche di stabilire se la Fiat Panda della 65enne inseguitrice sia passata con le ruote sopra il corpo di Armando Held il quale secondo le prime ipotesi sarebbe morto sbattendo la testa contro il palo di un cancello. 

Oggi la comunità sinta, non solo trentina ma italiana, si è stretta attorno alla numerosa famiglia di Armando Held per dare l'ultimo saluto al loro caro, dopo giorni nei quali sui social media si erano scatenati anche i peggiori, più macabri e deplorevoli istinti verso la vittima, rea di aver rubato.

Il funerale è cominciato alle 14, con la partecipazione di 300-400 persone venute da tutta Italia. La cerimonia funebre, con musica e lancio di petali (non però dall'elicottero, non autorizzato) come prevede la tradizione dei sinti, era stata inizialmente programmata per le 11 alla chiesa di San Giuseppe. La necessità di eseguire l'autopsia ha comportato lo slittamento del funerale alle 14, sempre nella stessa chiesa.

Un funerale che ha avuto qualche aspetto non gradito a due esponenti dell'Upt, Fabio Pipinato e Carlo Filippi, i quali hanno ritenuto di diffondere un comunicato stampa per denunciare quelle che ritengono comportamenti «che sconcertano»

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L'automobilista, difesa dagli avvocati Gianpaolo Vaia e Alberto Cunaccia, è indagata per omicidio stradale colposo. L'iscrizione nel registro degli indagati in questa fase va letta però come una garanzia a tutela dell'indagata che così avrà la possibilità, se ritiene, di nominare propri consulenti. Lo stesso vale per le parti lese. Due fratelli di Armando Held hanno incaricato un avvocato di seguire il procedimento penale. La famiglia Held continua a ripetere di non essere interessata a risarcimenti in denaro, ma di volere solo giustizia per quanto accaduto. 

La ricostruzione della dinamica è un passo fondamentale, ma non semplice dell'inchiesta. La polizia municipale ha condotto rilievi molto accurati lungo la stradina che attraversa località di Centa, nei pressi della Vela, dove è avvenuto l'incidente mortale. Ricostruire la dinamica non è agevole anche perché i due mezzi coinvolti - lo scooter e la Fiat Panda - sono stati spostati per facilitare i soccorsi. È probabile che si proceda con una consulenza cinematica per capire esattamente la traiettoria dei due mezzi coinvolti fino all'eventuale impatto. In questa fase gli inquirenti escludono comunque che l'auto abbia raggiunto e speronato lo scooter. 

Ieri la famiglia di Armando Held è tornata a chiedere rispetto per la vittima (su internet infatti circolano commenti razzisti molto pesanti) e giustizia. «Chiediamo rispetto di fronte alla morte di una persona cara a tutta la nostra comunità - dicono Guido Held, fratello della vittima, e il pastore evangelico Renato Henich - Armando in passato ha commesso degli errori, ma aveva saldato il suo debito con la giustizia. Era una persona piena di vita, attaccato alla famiglia e rispettato da tutta la nostra comunità e non solo. La famiglia - ripetono - non è interessata ai risarcimenti, ma vuole giustizia. Armando se ha rubato la borsetta ha sbagliato, ma certo non è giusto che abbia pagato con la vita. La donna invece che inseguirlo a tutta velocità per chilometri avrebbe dovuto prendere il numero di targa dello scooter e chiamare i carabinieri o la polizia. Noi siamo decisi ad andare fino in fondo, non per cercare risarcimenti in denaro ma perché chi ha sbagliato paghi».


 

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