Berlusconi, dopo l'operazione due mesi per il recupero
Saranno necessari un paio di mesi, se non vi sarà alcuna successiva complicazione, per una «piena ripresa e riabilitazione» di Silvio Berlusconi, sottoposto oggi a Milano ad un intervento per la sostituzione della valvola aortica.
Ad indicare i probabili tempi della tabella di marcia che l’ex premier dovrà seguire nella fase post-operatoria, è il cardiochirurgo Massimo Massetti, direttore dell’Unità operativa complessa di cardiochirurgia del Policlinico Gemelli di Roma, sottolienando come sia «il primo mese dopo l’intervento il periodo più delicato».
Ottimista Ottavio Alfieri, il primario di cardiochirurgia del San Raffaele, che questa mattina, con la sua equipe ha operato al cuore Silvio Berlusconi: «L’intervento è andato come previsto, è andato molto bene, senza complicazioni ed è finito nei tempi previsti».
Il primario davanti a telecamere e taccuini a chi gli ha chiesto se avesse sentito la pressione mediatica per questo intervento, ha risposto: «Eh, un po’ sì».
Berlusconi è «sotto monitoraggio come tutti i pazienti. Quindi ci vuole cautela, ci vuole attesa, ci vuole pazienza ma siamo fiduciosi», ha spiegato Alberto Zangrillo, primario della terapia intensiva cardiochirurgica del San Raffaele dove Berlusconi è ricoverato da qualche ora dopo l’intervento al cuore.
Zangrillo ha inoltre scherzato dicendo: «Mario Rossi, perché abbiamo operato Mario Rossi, è in terapia intensiva». Questo per dire che l’ex premier è seguito come tutti gli altri malati.
«Per recuperare una normale e piena attività - spiega ancora Massetti - a Silvio Berlusconi saranno necessari un paio di mesi. Quanto ai rischi attuali, tenendo conto che l’intervento oggi è andato bene e non ci sono state complicazioni, è chiaro che più ‘ci si allontanà dal momento dell’operazione più il rischio di complicanze diminuisce».
Ad ogni modo, avverte il cardiochirurgo, «il primo mese dall’intervento è il periodo più delicato, soprattutto per il rischio di infezioni; se però non ci sono complicanze emorragiche o infettive nei primi 30 giorni, il rischio che possano presentarsi dopo è molto basso».
Al momento, «dopo le prime 24-48 ore in terapia intensiva per una stretta sorveglianza della funzionalità dei vari organi e di potenziali complicanze, Berlusconi trascorrerà alcuni giorni in reparto. Probabilmente saranno 3-4 giorni, con l’obiettivo di monitorare la cicatrizzazione della ferita e sottoporre il paziente ad esami per la funzionalità del cuore e accertarsi che la ripresa sia normale».
Terzo passo nella tabella di marcia post-operatoria sarà, quindi, la permanenza in un centro di riabilitazione: «Berlusconi sarà trasferito in una struttura ad hoc per la riabilitazione, dove dovrebbe rimanere per 2-3 settimane. Qui - spiega - il paziente seguirà dei protocolli di fisioterapia intensi, per recuperare sul piano fisico e delle performance cardiovascolari».
Si tratta, in pratica, di un programma di esercizi fisici e riabilitativi, ginnastica e cyclette per recuperare forza fisica e mirati anche all’ambito motorio e neuromuscolare».
Terminato questo periodo, «il paziente potrà rientrare a casa per un periodo di convalescenza di qualche settimana».
Quanto alla protesi valvolare aortica impiantata a Berlusconi, afferma Massetti, «era previsto che fosse una bioprotesi, ovvero una protesi biologica di origine animale».
Questo tipo di protesi, chiarisce, «presenta alcuni vantaggi come quello di non richiedere terapie anticoagulanti, garantendo una buona qualità di vita e senza particolari indicazioni restrittive nella dieta alimentare. Tali bioprotesi, però,vanno incontro a degenerazione e vanno sostituite dopo 10-15 anni, anche se oggi non è più necessario un secondo intervento chirurgico per la sostituzione, che può invece essere effettuata con catetere attraverso una tecnica non chirurgica».
Dunque, conclude l’esperto, «credo che, nel caso di Silvio Berlusconi, sia stata la scelta migliore».