Per la pensione integrativa dei consiglieri la Regione versa 1,7 milioni di euro
La Regione versa 1,7 milioni di euro per integrare la pensione complementare dei consiglieri regionali, quella prevista dalla legge di riforma dei vitalizi del 2014. La somma versata è riferita a poco più di un mese del 2013 e all’intero 2014. È vero che, dopo le tasse, il contributo si riduce a meno di 1 milione. Ma è pur sempre una contribuzione pubblica, che gli altri lavoratori che sottoscrivono un fondo di previdenza complementare come Laborfonds non hanno. I beneficiari sono 69 consiglieri trentini e altoatesini che in media per la loro pensione integrativa ricevono 12.600 euro netti l’anno.
L’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, presieduto da Thomas Widmann, ha deliberato la contribuzione a carico del Consiglio spettante ai singoli consiglieri lo scorso 19 luglio. Il versamento del contributo pubblico era stato rinviato nella seduta del 21 dicembre 2015 a seguito del parere dell’Agenzia delle Entrate che ha chiarito che questo tipo di contributi, a differenza dei precedenti vitalizi, vanno considerati come reddito e dunque tassati con l’aliquota Irpef ordinaria per la parte che supera i 5.164,57 euro annui.
Nel caso degli elevati redditi dei consiglieri, l’aliquota da applicare è il 43%. Il parere dell’Agenzia delle Entrate aveva deluso i consiglieri, che si aspettavano di godere di vantaggi fiscali analoghi agli ex (l’Adige del 5 luglio). Ma, come si legge nella delibera dell’ufficio di presidenza, «non sono emerse posizioni diverse rispetto a quanto affermato dall’Agenzia delle Entrate in merito alla qualificazione del regime fiscale applicabile ai contributi a carico del Consiglio regionale da versare alle forme di previdenza complementare» e quindi «si dovrà sottoporre a tassazione i predetti contributi secondo le regole ordinarie».
La delibera prevede un contributo spettante ai consiglieri di 1 milione 678 mila 225 euro, di cui 164.758 euro per il periodo 22 novembre 2013-31 dicembre 2013, l’avvio cioè della quindicesima legislatura, e 1 milione 513 mila 467 euro per l’anno 2014. Al netto dell’Irpef, ai 69 beneficiari vanno 94.848 euro per l’ultimo mese del 2013 e 869.686 euro per il 2014.
L’importo lordo più elevato, che spetta a 21 consiglieri, è di 28.459 euro che al netto dell’Irpef diventano 16.221 euro. In delibera si precisa che è sospeso temporaneamente il versamento della contribuzione relativa al consigliere Giacomo Bezzi, su sua richiesta, in attesa delle definizione della posizione fiscale personale e della comunicazione dell’eventuale nuovo fondo di previdenza dove effettuare gli accrediti.
Il passaggio dal precedente regime dei vitalizi «d’oro», a proposito del quale è tuttora aperta la controversia sulle somme da restituire, al nuovo regime delle pensioni complementari è previsto dalla legge di riforma del 4 luglio 2014. Il principio, che scatta da questa legislatura, è che la Regione non paga più vitalizi ma integra i contributi ai lavoratori, sottratti quelli figurativi del datore di lavoro, nel caso di lavoratori dipendenti, e quelli versati alle casse di appartenenza nel caso di liberi professionisti.
La prima versione del disegno di legge di riforma prevedeva tuttavia che il contributo pubblico fosse quasi azzerato per quei consiglieri lavoratori dipendenti in aspettativa con un reddito molto alto, che quindi ricevevano alti contributi figurativi (che sono quelli accreditati gratuitamente dallo Stato in caso, tra l’altro, di aspettativa per lo svolgimento di funzioni pubbliche elettive). Alla fine però la norma prevede che la Regione paghi a tutti i consiglieri contributi che vanno da un minimo del 12% a un massimo del 24,2% dell’indennità lorda.
Ogni mese nei fondi pensionistici vengono versati 800 euro a carico del singolo consigliere, pari all’8,8% dell’indennità lorda, mentre il contributo pubblico può arrivare fino a circa 2.400 euro al mese (oltre 28 mila euro annui, come abbiamo visto sopra).
Se fosse stato applicato il regime di favore fiscale dei vitalizi, i consiglieri avevano calcolato che dopo cinque anni di versamenti avrebbero ottenuto una pensione integrativa di circa 300 euro lordi al mese. Con l’intervento delle Entrate e la decurtazione fiscale ora saranno meno.